LECCO – “Un piccolo atto di disubbidienza civile”. Così descrive l’assessore a Palazzo Bovara Armando Volontè la sua scelta di non depositare presso gli uffici Comunali la copia della sua dichiarazione dei redditi.
“Naturalmente non ho nulla da nascondere – afferma lo stesso Volontè – il mio gesto vuole essere un piccolo atto pubblico di disubbidienza civile per sottolineare come l’attuale Legge sulla pubblicità dei redditi degli amministratori pubblici sia – a mio parere – anacronistica e priva di senso.
1) Per chi non deposita la copia della dichiarazione è prevista una sanzione da 500 a 2.000 €.
E’ un classico “obbligo all’Italiana”: cioè un “non obbligo”: basta pagare e sei esentato.
2) Il governo Monti, interpretando in maniera distorta il sacrosanto principio della trasparenza, ha introdotto “l’obbligo” ( sempre di tipo Italiano ) di depositare anche la dichiarazione dei redditi dei parenti di 1° grado ( coniuge , figli , fratelli) .
Basta però una semplice dichiarazione di diniego degli stessi per esseri esentati “dall’obbligo”
3) La mia dichiarazione dei redditi, come quella di tutti i cittadini , è stata inviata all’ufficio imposte, che ha tutti gli strumenti per valutare la congruenza e veridicità.
Fra le amministrazioni pubbliche il flusso delle informazioni dovrebbe essere automatico.
4) La pubblicazione dei redditi sui siti delle amministrazioni locali ha un unico risultato: un po’ di gossip privo di senso.
5) La tanto sbandierata privacy non mi sembra in questo caso molto tutelata .
E’ ovviamente corretto però che i cittadini vengano informati dei compensi percepiti dagli amministratori dalla pubblica amministrazione, cioè di quanto costano ai cittadini.
Una “ piccola “ proposta : perché in Italia non vengono rese pubbliche le dichiarazioni dei redditi di tutti i cittadini? In Svezia lo fanno: è il paese al mondo con minore evasione fiscale”.
Assessore Comune di Lecco