COMO – Venerdì 29 novembre alle 21, presso l’Associazione culturale Giosuè Carducci di Como, l’artista lecchese Francis Sosta presenterà il suo ultimo lavoro, “Like A Whisper Do Not Scream“.
L’artista, nata a Lecco, ha passato gli ultimo 10 anni a Berlino, dove ha sviluppato la propria carriera professionale nell’arte contemporanea. Per Sosta “è un enorme piacere poter portare il mio lavoro di ricerca nel campo della performance art nel territorio dove sono nata”.
Like A Whisper Do Not Scream è un’opera multimediale risultato di due anni di ricerca sul campo dedicata al Culto delle Acque sardo e allo studio dei Pozzi Sacri, architetture sacre risalenti all’Età del Bronzo dove tradizionalmente risiede la Dea Madre o Grande Madre, la divinità primordiale del Mediterraneo legata all’Acqua e connessa alla simbologia della genesi, della nascita, della fertilità, dell’abbondanza e della cura. A partire dai resti archeologici, il culto delle acque viene analizzato da una lente storica, antropologica, etnografica e folkloristica con l’obiettivo di rivelare gli aspetti rituali che ancora oggi pervadono la contemporaneità e le comunità locali.
Partendo dalla domanda posta dall’idrofemminismo di Astrida Neimanis “Che cosa possiamo imparare dall’Acqua?”, Like A Whisper Do Not Scream è un’opera dedicata all’Acqua intesa come elemento, divinità, presenza, vita, morte e rigenerazione. Acqua come principio unificante che attraversa incessantemente e senza separazione tutti i corpi: planetario, terreste, umano, e non-umano. Acqua portatrice di vita e rigenerazione, ma anche forza distruttiva e mortifera se incontrollata e non rispettata.
La performance è un viaggio simbolico all’interno di un pozzo sacro, esplorato come architettura e come dispositivo e tecnologia di connessione tra due realtà attraverso l’acqua. Come studi recenti confermano, i pozzi sacri costituivano per i popoli arcaici non solo luoghi votivi, ma veri e propri osservatori celesti che permettevano la misurazione empirica della distanza del pianeta dagli astri. Il pozzo sacro diventa così il luogo simbolico per la liberazione di cosmologie arcaiche, e luogo di creazione di creature mitologiche e nuovi miti. Like A Whisper Do Not Scream si inserisce nel filone Archaic Future, cioè di quelle riflessioni artistiche che guardano speculativamente al passato arcaico, alle culture e formazioni sociali prima del colonialismo e della modernità, per poter risignificare il presente, e liberare nuovi futuri possibili.
Like A Whisper Do Not Scream fa parte della ricerca artistica di Sosta sul potere politico del suono, sull’ascolto come strumento sociale e sulle pratiche di ascolto come pedagogia critica. Attraverso una riflessione sulle questioni di emergenza sociale, ambientale, ed etica a partire da una critica dello sfruttamento ambientale e del corpo femminile, essa sviluppa ulteriormente la produzione dell’artista legata ai temi della sacralità femminile e dell’arte femminista come arte di interruzione di temporalità di oppressione. Attraverso la narrazione di memorie dimenticate, storie silenziate e mitologie considerate marginali, l’opera celebra non solo l’arte delle donne nella storia, ma anche il loro ruolo nella trasmissione della memoria collettiva, nella cultura e nei processi di guarigione.
Quest’opera è portatrice della volontà e necessità collettiva di porci come umanità in un rapporto migliore o diverso nei confronti dell’acqua come risorsa, e allo stesso tempo costituisce una preghiera all’acqua affinché continui a insegnarci, guidarci, sostenerci, nutrirci e rigenerarci.
A seguire della performance si terrà un talk con l’artista per approfondire i temi di ricerca del suo lavoro con il pubblico.
Francis Sosta (Lecco, 1985) è un’artista transdisciplinare, performer, e ricercatrice attiva tra Berlino e l’Italia. Sosta lavora con il suono, la performance e l’installazione audiovisiva. La sua ricerca artistica verte intorno la produzione di conoscenza femminista, queer e decoloniale attraverso pratiche concentrate sull’ascolto e sulla cura. I temi centrali del lavoro di Sosta sono l’anticapitalismo, l’ecologia, l’animismo, le tecnologie spirituali, le infrastrutture di cura, gli archivi, le pratiche d’ascolto, la ricerca somatica come pratica curatoriale. Dal 2019 tiene il workshop “Listening Practices”, un laboratorio sull’ascolto come strumento politico presentato in varie sedi accademiche ed extra-accademiche, come la Listening Academy curata da Brandon LaBelle, la Floating University di Berlino e l’Università Rufa a Roma.
Sosta ha esposto il suo lavoro a livello internazionale. Ha conseguito una laurea in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano, e un Master in Sound Studies and Sonic Arts presso l’UdK di Berlino. Nel 2022 la sua ricerca è stata premiata dal Senato Tedesco con l'”Ernste Musik und KlangKunst Stipendium.” Il suo ultimo lavoro “Like a Whisper Do Not Scream” è stato finanziato da Culture Moves Europe e Goethe Institute, e presentato da Sardegna Teatro (2023) e dal festival Sol de S’abba di Bosa (2024).