I 53 FINTI POVERI DI LECCO/
TREZZI: “FUORI I NOMI
E APPESI I COLPEVOLI”

LECCO – Riceviamo questo intervento di Paolo Trezzi, relativo alla recentissima vicenda dei “furbetti” lecchesi (il 40% del campione sottoposto a verifiche) che si fingevano poveri per ricevere i sussidi pubblici. Ecco la sua lettera:

poveri Lo scorso anno, a metà febbraio, la notizia che l’entità dell’evasione, scoperta, a Lecco era di 177 milioni di redditi non dichiarati. Una valanga di soldi. Basti pensare che erano 40 milioni in più dei Bilanci annuali di Provincia e Comune di Lecco, messi assieme. Una vergogna.

Oggi, nel piccolo delle cifre ma nella stessa entità della vergogna, Leccononews.lc riporta che 53 cittadini lecchesi, su 130 verificati tra coloro che beneficiavano di contributi pubblici comunali per la fragilità economica e la precarietà di reddito, erano finti poveri. 53 su 130. Il 40%. Non proprio un soffio residuale. Ma quasi la norma.

Quindi come allora va ripetuta l’esortazione. Fuori i nomi e appesi i colpevoli.

Perchè, malgrado la rapina alla collettività, dei 53 dichiaratisi bisognosi ed a basso reddito, colti, dal Comune, con in mano i soldi pubblici (di tutti noi), vergognosamente sottratti a chi, invece, ne aveva, ed ha, vitale bisogno per soppravvivere, si sa poco o nulla

Dei ladri della politica sappiamo (giustamente) i nomi, di questi no. Di questi che non avranno nessuna difficoltà economica a pagare una multa, anche se salata, non si sa null’altro. E’ troppo pretendere di sapere nome e cognome anche di questi ladri #mangiasbafo del lecchese? La vergogna di essere indicati alla gogna pubblica non ha prezzo. Non è cioè sanabile con quei soldi che hanno e nascondevano nelle dichiarazioni.

Vedrei bene – lancio una proposta – la loro foto quindi sulla fiancata degli autobus, sulla porta degli asili pubblici, sulla giubba degli operatori ecologici, sul camice degli assistenti sociali, sul piatto dei bimbi durante la mensa scolastica, sulla retrocopertina dei libri in biblioteca, sul programma teatrale, con una scritta “loro – nome e cognome – rubando al Comune soldi della collettività, volevano rubarti questo servizio”.

E’ troppo pretendere di sapere nome e cognome? Fuori i nomi e appesi i colpevoli.

Paolo Trezzi