LECCO – Nella mattinata di oggi, 12 novembre, la riunione del Consiglio Territoriale dell’Immigrazione, presieduta dal Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, “con l’ampia partecipazione dei diversi attori, istituzionali e del terzo settore, a vario titolo coinvolti nella gestione del fenomeno migratorio, oltre che delle associazioni, anche di cittadini stranieri, presenti in provincia”.
È emersa, “in modo ampiamente condiviso, l’opportunità di migliorare lo standard di accoglienza per i cittadini stranieri ospiti dei CAS e affetti da disagio psichico ed in proposito, analizzata la progettualità FAMI avviata a livello regionale dall’Ospedale bresciano con il partenariato della ASST di Lecco, è stata prevista la messa a sistema delle risorse del servizio sanitario con quelle degli enti e associazioni competenti in ambito migratorio, nel condiviso convincimento che la cura della patologia psichica del migrante vada affrontata, in chiave olistica, sia attraverso terapie mediche, sia mediante risposte ambientali che facilitino il recovery attraverso l’accesso alle tutele previdenziali, all’inserimento lavorativo, al reperimento di soluzioni alloggiative protette ed idonee ad agevolare l’inserimento sociale. A tale proposito, è stato convocato un tavolo tematico, coordinato dalla Prefettura, che vedrà invitati il Presidente della Conferenza dei Sindaci. i rappresentanti dell’ASST di Lecco e i mediatori messi a disposizione dall’operatore professionale già coinvolto nel progetto FAMI in corso”.
Altro tavolo tematico, da convocare in Prefettura entro fine anno, “attenzionerà il tema dell’inserimento scolastico degli adolescenti stranieri e vedrà la partecipazione del Comune capoluogo, dell’Ufficio Scolastico Provinciale e dell’associazionismo straniero”.
Nel corso dell’incontro si è discusso, inoltre, dello stato di attuazione del terzo progetto Fami avviato dalla Prefettura di Lecco, per la durata di 18 mesi, per rendere più efficiente il sistema di accoglienza e integrazione dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.
Il progetto, non a caso denominato nostos, “è fondato su un approccio aperto alla consapevolezza che il viaggio intrapreso dal richiedente protezione internazionale, appunto come nell’accezione greca dell’Odissea, rappresenti una scommessa di vita e contenga un germe di speranza, rivelandosi non solo come percorso geografico e fisico, ma anche come cammino interiore e del tutto personale. È stato posto l’accento sull’intensificazione del servizio di mediazione linguistica e culturale, inteso come volano per l’effettiva comprensione del vissuto dell’accolto e della sua capacità di integrazione nelle dimensioni culturali e collettive del contesto ospitante. E’, inoltre, stato approfondito e attenzionato, con azioni mirate, il delicato momento di transizione dalla fase della prima accoglienza al passaggio nella rete SAI, durante il quale il cittadino straniero è accompagnato nella conoscenza del sistema di welfare e nella progressiva acquisizione di autonomia lavorativa e alloggiativa”.
Sono state considerate le metodologie per l’aggiornamento del PIT (Piano di Intervento Territoriale) In particolare, sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati della valorizzazione della mediazione linguistica e del rafforzamento del legame tra prima e seconda accoglienza. Peraltro, la Prefettura ha stipulato un protocollo con il Comune di Malgrate e il Terzo Settore per l’implementazione del supporto alle giovani madri con figli minori presenti nel CAS, la cui attuazione ha rappresentato una buona prassi sotto il profilo dell’inserimento lavorativo delle donne e del miglioramento del rendimento scolastico dei bambini.