AGENTE IN CONGEDO COVID NON RESTITUISCE I DISTINTIVI: A PROCESSO

LECCO – È una storia tra Covid e non rispetto delle regole all’interno delle Polizia di Stato quella che vede a processo un agente della Polizia Stradale in servizio a Lecco. Motivo: nel periodo di assenza non ha restituito i distintivi di riconoscimento.

Nella seconda ondata Covid, il 9 dicembre 2021, l’agente si mette in modo unilaterale in congedo ordinario ma non ottiene il parere favorevole dell’allora dirigente della Polizia Stradale di Lecco, Anna Lisa Valeriani, oggi in servizio nei palazzi ministeriali di Roma. Alle telefonate e lettere, con l’invito a rientrare in servizio come disposto dall’allora dirigente della Stradale, l’agente non risponde, così scatta la sospensione con l’obbligo di restituire distintivo e placca metallica che certifica l’appartenenza al corpo di Polizia.

Terminato il periodo di congedo l’agente entra in malattia per Covid, ma il provvedimento disposto dalla dirigente non si interrompe e al suo rifiuto di consegnare quanto chiesto, scatta la segnalazione alla Procura ed è a processo per “‘illecita detenzione di segni distintivi, contrassegni o documenti di identificazione in uso ai corpi di polizia“.

Oggi sono sfilati cinque testi davanti al giudice Paolo Salvatore e a distanza di tre anni è legittimo chiedersi, visto che la Cartabia ha tra gli obiettivi snellire i processi se – per la mancata restituzione di due distintivi da parte di un agente di polizia che dopo la sospensione è tornato regolarmente in servizio nella Polizia di Stato di Lecco – sia necessario procedere davanti a un giudice, con una decina di testi e non magari con una sanzione amministrativa.

A.Pa.