DONATE ALLA BIBLIOTECA DI LECCO LE SCHEDE MANOSCRITTE DEL DIZIONARIO LECCHESE-ITALIANO

La famiglia di Angelo Biella, coautore, insieme alla moglie Luciana Mondini, a Virginia Lanzetti Gianfranco Scotti del dizionario “Lecchese-italiano, italiano-lecchese” edito da Cattaneo nel 1992, ha donato alla biblioteca civica Uberto Pozzoli di Lecco, d’intesa con Gianfranco Scotti, le schedine manoscritte redatte nel corso di un decennio, che testimoniano l’intenso lavoro di trasposizione dei termini dalla lingua italiana al dialetto lecchese. Queste schedine, frutto di una ricerca appassionata e meticolosa, offrono un patrimonio inestimabile per gli studiosi e gli appassionati di linguistica, permettendo di riscoprire e valorizzare la ricchezza del dialetto lecchese.

Così l’assessora alla Cultura del Comune di Lecco Simona Piazza: “Una donazione importante e significativa per la nostra biblioteca, che arricchisce il nostro patrimonio con un dizionario lecchese-italiano e italiano-lecchese, utile per far conoscere il valore del nostro dialetto agli appassionati di linguistica, permettendoci di riscoprire le nostre tradizioni. Un grazie alla famiglia Biella per la donazione e a Gianfranco Scotti per l’intenso lavoro di ricerca e redazione.”

“L’avventura del vocabolario iniziò nel 1982 – testimoniano le figlie di Angelo Biella, Donatella e Giuliana Biella -: per dieci anni la nostra casa due, tre e anche quattro volte la settimana fu riempita di frasi, citazioni, proverbi, antichi mestieri e oggetti ormai incomprensibili a noi figlie degli anni ’60, proiettate in un mondo che stava rapidamente cambiando. Le stelle di Angelo, Luciana e Gina, che oggi brillano in cielo, saranno liete di vedere il lavoro di tanti anni, impresso sulle schedine con la grafia ostica, ma ordinata di papà, esposto nella nostra biblioteca a documentare la grande passione per la sua città, condivisa con la moglie e con gli amici.”

“La redazione del vocabolario si svolgeva in casa di Angelo Biella e di sua moglie Luciana, preziosa collaboratrice, dove i compilatori si trovavano dalle 2 alle 4 volte la settimana, dalle 20,30 alle 24 – spiega Gianfranco Scotti. – Si passarono in rassegna i testi dialettali pubblicati nel tempo, come poesie, prose, proverbi e dopo un paio d’anni si erano compilate circa 2.000 schede nei due registri che divennero diverse decine di migliaia a lavoro finito. Per i linguaggi settoriali si intervistarono pescatori, fabbri, cacciatori, commercianti, falegnami, sarte e persone anziane. In quegli anni non era ancora diffuso l’uso del computer e il lavoro fu condotto attraverso schede scritte a mano nei due registri: italiano-lecchese e lecchese-italiano”.

In autunno la biblioteca, in collaborazione con la famiglia Biella e Gianfranco Scotti, promuoverà una serata di presentazione del prezioso materiale donato.