TRENORD, SINISTRA ITALIANA INTERROGA SUL RISARCIMENTO CHIESTO A DAHÒ

LECCO – In merito al risarcimento per danno d’immagine richiesto da Trenord al rappresentante dei pendolari lecchesi Giorgio Dahò, il senatore di Sinistra Italiana Tino Magni ha inviato al ministro della infrastrutture e dei trasporti un’interrogazione con richiesta di risposta scritta, per “garantire il rispetto dei diritti costituzionali, compreso quello alla libertà di espressione e manifestazione del pensiero di tutti”.

Milva Caglio, responsabile alla salute e al welfare di Sinistra Italiana Lecco, ha fatto eco all’iniziativa di Magni: “È da irresponsabili negare i disservizi che i pendolari, lavoratori e studenti, subiscono quotidianamente e che sono sotto gli occhi di tutti; dovrebbero essere i viaggiatori a chiedere i danni a Trenord e non viceversa”. “Ricordo che Giorgio Dahò, rappresentante dei pendolari della linea Milano – Lecco – Sondrio ha svolto solo il suo ruolo istituzionale di segnalazione dei problemi reali.”

MAGNI – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

  • Premesso che:

l’interrogante ha appreso da notizie di stampa locale della protesta delle associazioni dei consumatori in difesa di Giorgio Dahò, membro del comitato pendolari della linea Milano-Lecco-Sondrio-Tirano, uno dei cinque rappresentanti dei viaggiatori alla conferenza regionale del trasporto pubblico locale, figura “storica” del pendolarismo lombardo, il quale avrebbe ricevuto una formale diffida con contestuale esorbitante richiesta risarcitoria di 10.000 euro, da parte della società Trenord per aver segnalato le inefficienze del servizio in un comunicato datato 9 maggio 2024;

nello specifico, il 15 maggio il rappresentante dei viaggiatori Giorgio Dahò ha ricevuto una formale comunicazione a mezzo di posta certificata intitolata “intimazione e contestuale richiesta di risarcimento dei danni per diffamazione” da parte dell’ufficio legale interno di Trenord. Con la diffida, Trenord esige il ritiro del comunicato del 9 maggio ed un risarcimento per danni d’immagine pari a 10.000 euro.

nel comunicato, pubblicato dai comitati Lecco Milano e Valtellina, veniva segnalata la reintroduzione, sulle corse più affollate della linea Milano-Lecco e Sondrio-Tirano, delle vecchie carrozze “MD” dell’età di circa 40 anni. In particolare veniva evidenziato il fatto che, mentre un treno MD di 8 carrozze ha una capienza di oltre 630 posti a sedere, un treno “Donizetti” (doppia composizione) ne ha solamente 520. È peraltro noto il fatto che la Regione Lombardia ha acquisito 20 treni “Donizetti Olimpiadi”, per un valore di 125 milioni di euro, che dovrebbero sostituire tutti i treni della linea entro pochi mesi, come è facile evincere sia dal sito internet di Trenord che da quello della Regione, nonché da numerosi articoli di stampa;

la legittima protesta del comitato, sfociato nel comunicato a firma di Dahò, evidenziava come le composizioni di 8 carrozze dei treni MD sono previste sulla stessa linea sin dal 2007, domandandosi come mai su corse più affollate, in luogo dei Donizetti, non vengano utilizzati gli MD ma si preferisca utilizzare treni quasi sempre di 7 vagoni;

desta particolare allarme il riferimento contenuto nella diffida all’art. 595 del codice penale e l’entità della richiesta risarcitoria: sono a parere dell’interrogante da ricondurre ad un tentativo neanche troppo mediato di condizionare un rappresentante dei viaggiatori nel compiere una funzione che comporta ovviamente anche il controllo dello svolgimento del servizio a tutela dei viaggiatori stessi;

  • considerato che:

com’è noto Trenord è una joint venture, sotto forma di società a responsabilità limitata, costituita da Trenitalia e dal gruppo FNM per operare nel settore del trasporto ferroviario di passeggeri della Lombardia. Il capitale sociale è suddiviso in quote paritarie tra le due società;

in una democrazia sana non possono essere tollerate condotte ingiustamente vessatorie ai danni di soggetti che svolgono una funzione pubblica in rappresentanza dei diritti di una collettività, tanto più quando si concretizzano in azioni di forza, a giudizio dell’interrogante scomposte, in reazione alla legittima espressione di dissenso e critica, manifestata in modo pertinente e avendo riguardo ad un miglior servizio ferroviario in favore dei pendolari lombardi,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda e come intenda attivarsi per garantire il rispetto dei diritti costituzionali, compreso quello alla libertà di espressione e manifestazione del pensiero di tutti, e in particolare come intenda garantire il diritto di critica di figure quali quella del rappresentante dei viaggiatori, preposto al monitoraggio del livello di efficienza del servizio di trasporto pubblico e titolare quindi, proprio in ragione del ruolo svolto a favore della collettività, di un ruolo di rappresentanza e di un diritto espresso di critica e controllo.