CALCIO LECCO. L’ERA DI PAOLO DI NUNNO, IN SETTE ANNI DALL’ASTA ALLA B

LECCO – Ora che la Calcio Lecco è passata da Paolo Di Nunno ad Aniello Aliberti, è tempo di bilanci. Si chiude infatti l’era Di Nunno a Lecco, un’epoca durata ben sette anni: dal 2017 al 2024.

Paolo Di Nunno, nativo di Canosa di Puglia, dopo essere stato presidente del Seregno Calcio in Serie D, decide infatti di investire nella Calcio Lecco 1912 nel giugno del 2017. Il club è in fallimento e Di Nunno presenta l’offerta presso il Tribunale di competenza. La sua offerta si rivela la migliore e così si aggiudica l’asta. Al suo arrivo promette che la squadra sarebbe presto tornata a giocare tra i professionisti. Una promessa mantenuta.

Dopo una prima stagione chiusa al settimo posto infatti, nella stagione 2018-2019 i blucelesti dominano il girone di Serie D e vengono promossi in C. La stagione del ritorno in Serie C però è complicata e Di Nunno, che si lamenta della scarsa presenza del pubblico alle partite casalinghe e litiga a più riprese coi tifosi, nel novembre del 2019 annuncia le proprie dimissioni dalle cariche sociali e dichiara di volere vendere la società. Ma ci ripensa e nel ruolo di presidente gli succede il figlio, Cristian Di Nunno. La stagione 2019-2020 si chiude con una salvezza diretta.

Nei due campionati successivi i blucelesti crescono, centrando la qualificazione ai playoff, senza però mai superare il primo turno. Nella stagione 2022-2023, dopo l’addio del ds Domenico Fracchiolla, ci pensa il direttore d’area tecnica Davide Tessaro ad allestire la rosa con Alessio Tacchinardi come allenatore. Ma il campionato inizia male e Luciano Foschi subentra come tecnico a stagione in corso. Il nuovo allenatore rivitalizza la squadra e la lancia nei piani alti del girone A, chiudendo al terzo posto finale. Nei playoff la Calcio Lecco superare, in sequenza, l’Ancona al primo turno, il Pordenone ai quarti di finale e il Cesena in semifinale. In finale affronta il Foggia di Delio Rossi: i lombardi vincono 1-2 all’andata e 3-1 al ritorno, assicurandosi la promozione in Serie B a cinquant’anni dall’ultima volta.

Quello che succede poi è storia recente. Il club viene estromesso dal campionato di B a causa dei limiti infrastrutturali dello stadio Rigamonti-Ceppi: la società indica lo stadio Euganeo di Padova come sede delle gare interne, ma le viene contestato di aver eseguito questa indicazione in ritardo rispetto ai termini prefissati. Dopo una lunga telenovela estiva, il 29 agosto la V sezione di Palazzo Spada dà ragione alla Calcio Lecco in modo definitivo.

La cadetteria si rivela però un calvario per il club che torna subito in Serie C. Durante il torneo, Di Nunno litiga ancora con tutti: tifosi, giornalisti e perfino calciatori, accusandoli di vendersi le partite. A questo si aggiunge il pasticcio allenatori con le squalifiche per Emiliano Bonazzoli, Andrea Malgrati e per lo stesso Di Nunno. Si scopre infatti che Bonazzoli, subentrato a stagione in corso a Foschi, era solo un prestanome visto che a guidare in realtà la squadra era Malgrati, sprovvisto del patentino.

L’ultimo atto dell’era di Nunno prima di passare la mano ad Aliberti, è l’iscrizione al prossimo campionato di Serie C, scongiurando quindi l’incubo di una nuova ripartenza dal calcio dilettantistico.