LECCO – Franco Molteni è direttore clinico del Centro di Riabilitazione Villa Beretta di Costa Masnaga, struttura dell’Ospedale Valduce di Como, ed è stato ospite al Lions Club Lecco Host per parlare di High Tech per la medicina riabilitativa.
Membro nella creazione del Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute, Molteni da 40 anni è impegnato nella medicina riabilitativa, con particolare interesse nell’analisi strumentale del movimento e nell’impatto di trattamenti riabilitativi multimodali innovativi che utilizzano tecnologie avanzate come la robotica, la stimolazione cerebrale profonda e la stimolazione elettrica funzionale. Questi trattamenti sono combinati con procedure farmacologiche e chirurgiche per gestire la neuromodulazione e stimolare la neuroplasticità.
Sotto la sua supervisione, il Centro di Riabilitazione di Villa Beretta e il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute hanno condotto numerosi importanti programmi di ricerca in collaborazione con istituti nazionali come il Politecnico di Milano, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e molti altri.
Antonio Brusadelli, presidente del Lions Club Lecco Host, ha presentato Molteni elogiando la sua grande umanità e capacità di trasmettere entusiasmo nel suo team di lavoro, caratteristica che gli ha permesso di raggiungere traguardi ambiziosi. Inoltre il presidente ha evidenziato l’importanza nel lavoro di Molteni di aiutare le persone con invalidità, permettendo loro di affrontare un percorso riabilitativo che, integrato agli strumenti tecnologici, permette di ridurre il loro handicap e di migliorare la qualità della loro vita.
Molteni ha affermato come al centro di qualsiasi progetto ci sia proprio la persona e i suoi bisogni, dove la tecnologia diventa un mezzo, un’estensione del fisioterapista nella medicina riabilitativa. Non una sostituzione del rapporto umano, ma un aiuto. Un esempio emblematico per illustrare il progresso e i trionfi della tecnologia nel campo medico è rappresentato dalla storia di Matteo Parsani. Dopo essere stato coinvolto in un incidente, ha affrontato una sfida straordinaria, percorrendo 3.000 km alternando una hand bike, una trike elettrica e una trike con pedalata assistita da stimolazione elettrica delle gambe per ovviare alla loro mancanza di forza, andando da costa a costa in Arabia Saudita. Durante questa impresa la sua attività fisica è stata costantemente monitorata grazie a sensori di ultimissima generazione.
Nell’ambito dell’Internet of Bodies (IoB), si verifica una connessione tra l’essere umano e l’intelligenza artificiale. Un esempio tangibile di questa interazione tra corpo umano e intelligenza artificiale si manifesta attraverso l’impiego di dispositivi medici impiantati o indossabili , come nel caso di una paziente con lesione midollare, che, grazie ad un robot indossabile per il cammino, è riuscita a stabilire un nuovo record per la distanza di 10 km consecutivi.
Molteni ha affermato: “Sembra fantascienza, ma la medicina sta andando in questa direzione. Alcuni progetti sono già attivi, altri lo saranno a breve. Non si può più pensare a una medicina senza tecnologia. Gli esempi di apparecchi innovativi che migliorano le condizioni dei pazienti sono numerosi, dai cobot che consentono di far camminare una persona con lesione completa agli arti inferiori a tecnologie che incidono sulle capacità cognitive e di attenzione, senza parlare di tutti gli strumenti di realtà virtuale”.
“Alcune ricerche interne sui nostri pazienti hanno evidenziato che queste tecnologie vengono recepite positivamente, anche dalla fascia più anziana della popolazione. Stiamo lavorando sui temi dell’eticità, della privacy e della sicurezza di questi strumenti, che aprono un nuovo mondo e un nuovo modo di interagire tra ambiente, tecnologia e essere umano”, ha concluso Molteni.