CALOLZIO, PRESIDIO ANIMATO
CONTRO IL TOUR DI VANNACCI.
UN GENERALE, MA DI DE GREGORI
E LE DIMISSIONI DI MONTELEONE

CALOLZIOCORTE – La presentazione dell’opera del generale Vannacci ha trovato, all’esterno del Monastero, un nutrito gruppo di manifestanti in aperto contrasto con il suo messaggio 

Nella serata di ieri, circa duecento manifestanti si sono ritrovati di fronte al chiostro del monastero, sotto gli occhi vigili delle forze dell’ordine, per esprimere il proprio dissenso riguardo la presenza e il messaggio del generale Vannacci e la propria contrarietà al comportamento della Fondazione del Monastero.

Come spiegato dal componente di Cambia Calolzio Domenico Alvaro, “le richieste della manifestazione di ieri erano anche le dimissioni del presidente della Fondazione Lavello Roberto Monteleone, in quanto, da presidente di un ente pubblico, non ha rispettato il codice etico della Fondazione, per la quale sono censurate qualsiasi forma di discriminazione basate sulle opinioni, sugli orientamenti sessuali, sulla razza, sulla lingua, sulla religione, sullo stato di salute e sulla appartenenza ad associazioni sindacali” (pag.3 Codice Etico Fondazione Monastero di Santa Maria Lavello).

La piazza, esibendo bandiere e slogan tra i più diversi, si è compattata intorno agli organizzatori e ha iniziato un intenso momento di affermazione delle proprie posizioni e condivisione d’idee, in aperto contrasto con quelle del generale e dei suoi sostenitori presenti nell’edificio.

L’ex consigliere comunale per Cambia Calolzio Daniele Vanoli ha inaugurato la protesta con una critica alla stampa, rea di aver titolato “Vannacci dovrà indossare l’elmetto, al Lavello lo aspettano i contestatori”: “usare un tono militarista per una manifestazione pacifica a dodici giorni dall’inizio del conflitto a Gaza non è normale”; Vanoli ha inoltre chiesto apertamente le dimissioni del cda della Fondazione del Monastero, non rispettosa del proprio statuto, e ha affermato di non volere la presenza di Vannacci, chiarendo che “se avesse fatto la presentazione in un altro luogo saremmo stati lì di nuovo, perché non ci abituiamo allo schifo” e concludendo con un sentito ringraziamento alle organizzazioni che hanno sottoscritto l’appello pubblicato sui social e un invito alla mobilitazione senza distinzioni di sigle.

La manifestazione è poi proseguita con gli interventi del capogruppo di Cambia Calolzio Diego Colosimo, in difesa delle persone discriminate dai proclami di Vannacci, e della segretaria del PD di Calolziocorte Monica Corti, che ha tenuto un discorso “contro il diritto all’odio”, oltre alle importanti testimonianze dei componenti dell’associazione lecchese Renzo e Lucio, da anni in prima linea per la difesa dei diritti della comunità LGBTQ+.

La manifestazione si è conclusa con alcuni momenti in cui la piazza ha intonato canzoni simboliche contro l’oppressione e la discriminazione, come l’ormai universale “Bella Ciao” e “Generale” di Francesco de Gregori, come a ricordare a Vannacci che la campagna dell’odio non fosse la benvenuta al Lavello.

Mi.C.

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