LA PROVOCAZIONE DI VANZINA:
“SCUOLA, MENO PROMESSI SPOSI
E UN PO’ DI COMMEDIA ITALIANA”

LECCO – “Se fossi ministro metterei qualche lezione in meno sui ‘Promessi sposi’ e una volta alla settimana la proiezione di un film di commedia italiana per capire chi siamo e da dove veniamo”. Sono le parole, destinate a fare polemica, rilasciate dal regista e sceneggiatore Enrico Vanzina, intervistato da Stefano Zurlo, inviato de ‘Il Giornale’, e da Gianni Canova, rettore dello Iulm di Milano in occasione dei 40 anni del film ‘Sapore di mare’.

“La commedia italiana ha raccontato tutto in anticipo – ha detto ancora Vanzina -. Quando il presidente della Repubblica Mattarella mi ha ricevuto per il David mi ha detto: ‘Finalmente un riconoscimento alla commedia di questo Paese’. Per me è stata una grande vittoria di Steno, Risi, tutti quanti…Una certa critica di sinistra non ha capito il cinema popolare”.

“C’è stata una grande miopia di una certa critica di sinistra, di non aver capito l’importanza del cinema popolare italiano, che ha raccontato meglio di tutti questo Paese – ha continuato Vanzina – Volevo fare una riflessione politica. Una cosa che mi ha colpito. Io sono liberale, né di destra né di sinistra, non ne faccio una questione ideologica ma storica. Una critica militante di sinistra demonizzò gli anni Ottanta, quelli di Craxi, Berlusconi, Reagan, della Thatcher. Sono considerati gli anni stupidi, edonistici, superficiali. All’interno del Pci iniziò un dibattito perché solo alcune voci, dissidenti, dicevano: questi film popolari, come ‘Sapore di mare’, piacciono al popolo, perché dobbiamo sostenere solo quelli dei Festival? Questo dibattuto non si è mai”.