COMITATO CARLO GILARDI:
“SENTENZA TONONI INGIUSTA,
VICENDA ZEPPA DI OMBRE”

LECCO – Dopo la sentenza del tribunale di Lecco nei confronti della ‘pasionaria’ Viviana Tononi (un anno e 10 mesi per essersi introdotta nella stanza in casa di riposo del professore) il Comitato “Libertà per Carlo Gilardi” ha diffuso una nota molto critica che parte dalla condanna di ieri e riepiloga dubbi, esposti, mancate risposte e quant’altro in relazione alla vicenda del prof lecchese – da tempo “ospite” della RSA Airoldi e Muzzi.

Di seguito il testo firmato dal Comitato:

Non si molla malgrado una sentenza ingiusta che non ha tenuto minimamente conto del fine nobile delle azioni di Viviana.

Signora che avendo lavorato nel settore per 15 anni, provava grande preoccupazione che Carlo potesse risentire di questa lunga permanenza forzata in rsa e lasciarsi andare.

Timori abbondantemente confermati dalle sconcertanti dichiarazioni di Carlo che interrogato durante questo processo, ha chiesto alla giudice di pregare per lui affinché potesse crepare!

Purtroppo paga chi ha cercato di rincuorare Carlo e far valere i suoi diritti, anziché chi ha causato tutto ciò, una vicenda zeppa di ombre fin dagli inizi e aggravata dalle successive azioni dagli aspetti segreganti, in cui é stato tenuto il caro professore.

Va detto che le incursioni di Viviana non avrebbero avuto ragion di esistere e di conseguenza nemmeno questo processo, se fosse stata garantita trasparenza e libertà di visita al caro professore, libertà concessa soltanto ad un gruppo ristretto di prescelti e invece negata a vari amici e parenti che ad oggi, non possono nemmeno sentirlo al telefono.

Dinieghi e atteggiamenti che non si comprende su quali poteri si fondino dato che la legge sull’amministrazione di sostegno non lo prevede.

Situazioni che sono state anche oggetto di esposti in procura e alla Corte Europea e di critiche e raccomandazioni da parte del Garante, sulle quali si attendono ancora risposte ma a quanto pare, a Lecco, non esiste volontà di recepire tali indicazioni e nemmeno le richieste del Gilardi.

Carlo nemmeno ricordava l’episodio, tanto da accomunarlo alle normali incursioni in stanza del personale infermieristico, eppure ecco servita la condanna e risarcimento probabilmente al motto, colpirne uno per educarne cento.

Il caro professore non ha mai fatto male nemmeno ad una formica, ora invece si permettono a suo nome e a sua insaputa, di processare gente e chiedere risarcimenti e certamente questa, é una cosa che lo amareggerebbe molto.

In uno Stato Democratico con Istituzioni efficienti e libere, questa vicenda avrebbe assunto risvolti ben differenti, già da molto tempo ma vogliamo e dobbiamo ancora osare e sperare.

Forza Carlo Gilardi, tu meriti la libertà e tanto altro ancora.

Comitato “Libertà per Carlo Gilardi”

 

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