CALCIO, FESTA IN CASA PIROLA.
CARLO CONQUISTA LA SERIE C
TRA I PALI DELLA GIANA

LECCO – Fratelli Pirola in festa: Carlo, gemello del difensore della Salernitana, trionfa con la Giana e sale in Serie C. Le cronache sportive logicamente si focalizzano sul difensore di Casatenovo in forza alla Salernitana e azzurrino dell’Under 21 Lorenzo Pirola, atleta bravo a ritagliarsi il suo spazio a livello nazionale. Tuttavia merita attenzione anche il suo gemello Carlo, 21enne portiere titolare della Giana Erminio, fresca neopromossa in serie C dopo una sola stagione trascorsa nei dilettanti.

Rintracciato al cellulare nella sua dimora brianzola il ragazzo snocciola tutte le sue emozioni: “Sono davvero contento – dice – eravamo sicuramente tra le candidate a vincere, farlo però non era facile ed aver tagliato il traguardo con due giornate d’anticipo e sette punti di margine sulla Pistoiese seconda, ci riempie d’orgoglio”.

Peccato per la finale di coppa Italia andata a buca.
Esattamente, purtroppo abbiamo perso a Gavorrano 4-2 con il Pineto ma l’importante era ottenere la promozione in C anche se avessimo portato a casa la coppa, sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta ma pazienza”.

Carlo, i rapporti tra gemelli sono sempre particolari. Il tuo con Lorenzo?
“In parte sono d’accordo con questa tesi, faccio un esempio: quando lui era a Monza e giocava poco oppure agli inizi a Salerno dove pure con mister Nicola spesso stava in panchina, io vivevo intensamente il suo disagio. Lui invece pur soffrendo è sempre stato meno emotivo, anche se ci sentiamo e confrontiamo spessissimo e talvolta mi chiede la mia opinione su come abbia giocato. Bello il suo messaggio di complimenti immediatamente dopo la promozione mia e della Giana in C”.

A proposito, resterai a Gorgonzola?
Sinceramente a me farebbe piacere, disputare il mio primo anno da professionista non sarebbe affatto male. In linea teorica dovrei restare, incrociamo le dita”.

Due parole ora sulla tua pur breve carriera, gli inizi eccetera…
Ho iniziato dai Pulcini alla San Giorgio Casatenovo, squadra del mio paese, quindi un anno alla Casatese, quattro a Missaglia, poi due anni alla Luciano Manara insieme a Lorenzo e da qui il trasferimento al Como. In seguito l’esperienza a Bergamo con l’under 15 e 16 dell’Atalanta. Poi difesi i pali del Torino nell’Under 18 e in Primavera, sino alle due stagioni trascorse con alterne fortune alla Casatese stavolta in serie D. Infine la bella e fresca cavalcata compiuta con la Giana e il gran balzo in serie C”.

Cosa ti è mancato per spiccare il volo in una società di rango?
Direi anche un pizzico di fortuna e non è per accampare scuse; prima a Torino mi sono rotto la mano, poi ecco l’anno del Covid quando stavo dando il meglio di me stesso. Comunque non mi arrendo, sono giovane e intendo giocarmi le carte sino all’ultimo”.

Come è nata in te la passione per la porta?
In verità ho avuto due buoni predecessori che mi hanno indirizzato tra i pali: mio nonno Ezio che da ragazzo fu portiere nelle giovanili dell’Inter, la squadra del cuore di famiglia, e anche mio padre Marco, ai tempi estremo difensore prima a Lecco e poi nella San Giorgio, se non sbaglio in prima o seconda categoria”.

Pregi e difetti del Carlo portiere?
Diciamo che sono esplosivo forte tra i pali, mentre devo lavorare e migliorare molto con i piedi. Le mie icone del ruolo? L’ex interista Jùlio Cèsar e ora Courtois del Real Madrid”.

Pirola, i sogni nel cassetto…
Esistono eccome anche se per ottenerli bisogna lavorare duro e senza illudersi. Il massimo sarebbe giocare un giorno in A con mio fratello e da compagni di squadra. Staremo a vedere”.

Un grazie particolare va esteso a…
A tante persone, al compianto Natale Redaelli a Marco Ferreri a Como, ai miei genitori che mi hanno fatto da taxisti per una vita, insomma senza di loro non avrei ottenuto assolutamente nulla”.

E la formazione scolastica come va?
Mi sono diplomato al liceo sportivo inoltre ho intenzione di cimentarmi in massoterapia. Un biennio in una specialità che potrebbe servirmi un domani nel mondo del lavoro”.

A proposito di voti, se dovessi dartene uno in campo la media resterebbe alta?
Quest’anno ritengo di sì, ho giocato tutte le partite di campionato con dei buoni risultati e senza falsa modestia credo di potermi meritare un 7,5 anche se ora è tutto cancellato, serve pensare a far bene nell’immediato futuro”.

Alessandro Montanelli