“REDDITO” SENZA REQUISITO:
SI RAVVEDE, MA LA GIUSTIZIA
FA LO STESSO IL SUO CORSO

LECCO – Una storia strappalacrime quella che è stata raccontata oggi in un’aula del tribunale di Lecco. Una donna, originaria dell’Albania e dal 2012 in Italia, prima residente Tresivio in provincia di Sondrio, poi a Lecco e ora nella Brianza lecchese, presenta la domanda di reddito di cittadinanza. Lo ottiene, ma dopo due mesi si accorge di non aver un requisito (i dieci anni di permanenza in Italia ndr.) quindi presenta l’istanza per recedere dal ‘reddito’ e restituire le due mensilità che ha ricevuto.

Purtroppo – anche quanto ti ravvedi – la giustizia, fatta di leggi e norme talvolta indigeste come la ‘Cartabia’, non tiene conto del ravvedimento e va avanti. Così nel caso di F.M., divorziata con un figlio studente e una figlia disabile da seguire giorno e notte, il procedimento giudiziario va avanti: la Procura chiede e ottiene il rinvio a giudizio per truffa ai danni dello Stato. Tra l’altro nelle ultime settimane sono stati archiviati – in sede di udienza preliminare – tre procedimenti identici a quelli della giovane madre che oggi ha deposto davanti al giudice Giulia Barazzetta, raccontando la sua storia.

“Quando abitavo a Trevisio nel febbraio 2020 – ha spiegato l’imputata – un’amica mi ha detto che potevo presentare domanda perché avevo i requisiti, io mi sono fidata e ho inviato quel documento. Dopo qualche settimana, sentendo l’assistente sociale che segue la mia famiglia, ho capito di avere sbagliato e ho presentato l’istanza di recesso dal reddito di cittadinanza”.

Perché l’ha fatto? La domanda dell’accusa. “Ho una situazione familiare difficile – ha proseguito la donna – ho un figlio che studia e una figlia con gravi problemi e non posso lavorare. Vivo solo con l’invalidità di mia figlia, e il ‘reddito’ mi faceva comodo, ma quando ho capito di avere sbagliato l’ho subito segnalato”.

Purtroppo la giustizia fa il suo corso – ma osservando quella scritta nell’aula del tribunale ‘La legge è uguale per tutti’ viene da chiedersi se è proprio così. Un ultimo interrogativo che ci si pone è: “La giustizia ha un cuore?”. Lo vedremo nella prossima udienza, quando si concluderà il processo. Nel frattempo – avendo superato i dieci anni di permanenza in Italia – la donna ha ripresentato domanda e percepisce il ‘reddito’, decurtato delle quota dei due mesi che deve restituire all’Inps.

A. Pa.