FESTA DEL CIOCCOLATO:
“BELLE LE BANCARELLE
MA SI POTEVA FARE MEGLIO”

Le Bancarelle in Centro son belle, quando son di cioccolato il massimo. O quasi.
Come questo weekend con la Festa del Cioccolato. Qualcosa però dev’esser andato storto. Ubicazione, espositori per varietà e numero, iniziative di supporto davvero minime, la fan sembrare un normale appuntamento, penalizzandola.
Piazza Cermenati su due file vicine già in un’area così dispersiva a differenza della tradizionale Garibaldi, a mio parere, non la valorizza

Gli espositori solo 10, va bene che il cioccolato è sempre cioccolato ma diversi sembrano uguali tra loro, stessa offerta non solo cromatica ma di esposizione, dando così l’impressione di esser ancor meno.
Il regalo della cioccolata calda ai primi avventori all’inaugurazione di venerdì così come l’apertura dei banchi fino alle 23 di sabato e la scultura dal vivo di domenica sono buona cosa ma è tutto qui? Anche in un piccolo borgo sarebbe stato il minimo sindacale.

Resta sempre una festa da ripetere ma davvero serviva – e solo questo è stato in grado di produrre – l’Assessore all’attrazione turistica per promuovere così la Città?
Non mi aspetto Perugia, tradizione e risorse son differenti, ma non può nemmeno essere una sagra il metro di misura.

Per il prossimo come auspicio per un’attrattività di cui vantarsi mi auguro – Stand ben più numerosi – P.zza Garibaldi come cuore – Percorso ampliato su via Roma e intorno – Vetrine addobbate a tema con relativo concorso per la più bella – Ristoranti e bar coinvolti con piatti del menu a base di cioccolato e cacao – Tavoli in piazza e lungolago dove poter gustare in autonomia quello che in questi ristoranti e esercizi si compra – Angoli della Città e balconi da cui decantare scritti e recite a tema – Richiami al cioccolato della Mostra in corso (ora ce n’è bellissima una sui Futuristi) – Cortile Comune o Oratorio per corsi di pasticceria – Giochi e tempo per ogni età… cosi che sia un’attrattività da leccarsi le dita e non 10 bancarelle solo per spender soldi.

Cambiamo passo.

Paolo Trezzi