LETTERA/DA BRIVIO A GATTINONI
PASSANDO SULLE SPOGLIE
DEL CENTRODESTRA COMUNALE

Signor Direttore, sono un cittadino di Lecco residente in città da molti anni e Le confido che sto assistendo con attenzione e preoccupazione allo sgretolamento della maggioranza consigliare che regge il sindaco Mauro Gattinoni che avevo votato nell’ottobre 2020 in piena emergenza Covid. Essere andati alle urne nonostante la conclamata emergenza sanitaria che avvolgeva le nostre esistenze lo avevo letto come un segnale di fiducia verso il futuro della città perché era risultato vincitore, anche se di misura, il Centrosinistra per mano di un giovane vigoroso alla sua prima esperienza amministrativa nella pubblica amministrazione e dunque poco avvezzo ai giochi di palazzo che hanno invece condannato per la terza volta il Centrodestra cittadino ad una triste opposizione che non è riuscita a contrastare in modo deciso le fantasiose e purtroppo costose operazioni pseudo immobiliari in cui si è incagliata la nuova leaderschip cittadina nel fallito e costosissimo tentativo di dare una nuova sede al comune di Lecco, gettando a lago quanto era stato faticosamente predisposto anche con l’aiuto della Regione.

Quel che hanno messo in campo Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, che quella volta correvano uniti non è bastato a riprendere in mano le redini di palazzo Bovara e per quindici anni se ne staranno in minoranza ad abbaiare alla luna mentre quel che resta della variegata compagine che ha vinto le elezioni non sta dando il meglio di sé, passando da un insuccesso all’altro e mettendo le mani nelle tasche della cittadinanza come ha fatto con l’ultimo bilancio di previsione approvato pochi giorni fa e questo anche a causa di una evidente incapacità ad amministrare il patrimonio pubblico caratterizzata dal non aver concretizzato nulla di buono e di nuovo, accontentandosi di gettare alle ortiche quanto avevano messo in cantiere le tribolate amministrazioni di Virginio Brivio, creando ulteriore incertezza nella tenuta dei conti a cui si è cercato mi rimediare con la consolidata vecchia maniera cioè alzando le tasse e il costo dei servizi rivolti a noi cittadini.

A margine dell’ultimo consiglio comunale si è appreso che due consiglieri di maggioranza dopo lunga e travagliata riflessione hanno abbandonato il gruppo del PD nel quale erano stati eletti per approdare nel costituendo gruppo misto, garantendo almeno per ora il sostegno a Gattinoni ma dopo essersi astenuti sull’approvazione del bilancio preventivo. Credo che questa non sia una buona notizia ma certamente il gesto è politico e sintomatico del malessere che si è insinuato soprattutto tra gli amministratori più giovani che siedono nell’assise lecchese e che difficilmente riusciranno a sopportare altre manovre, contromanovre ma anche retromarce del primo cittadino, abituato a partire lancia in resta sulla base di calcoli e conti che presto si rivelano sbagliati e pertanto anche insostenibili. A far da cornice a questo poco tranquillizzante quadretto ci sono anche le grane giudiziarie che gravano sul futuro dell’amministrazione comunale, strettamente collegate alle poco felici operazioni immobiliari di cui sopra e fallite dopo due anni di goffi tentativi. Gli esposti all’Autorità costituita sono stati attivati da una parte molto agguerrita dell’opposizione consigliare, delusa perché in occasione del ballottaggio ma senza vantaggio alcuno aveva sostenuto lo stesso Mauro Gattinoni.

Se Sparta piange, Atene non ride. Se il Centrosinistra che purtroppo ho votato sta perdendo i pezzi, l’altra parte sta ancora recriminando e arrovellandosi in analisi pseudopolitiche cercando di giustificare come anche nel 2020 pur avendo superato le note divisioni interne di Brambilliana memoria, sia stato possibile perdere per la terza volta consecutiva le elezioni nel capoluogo di provincia. Siccome mi faccio carico anche dei loro patemi d’animo, per dare un disinteressato contributo a questi miei concittadini, mi permetto di ricordargli che non hanno perso per quei miseri 30 voti che alla fine hanno separato Gattinoni dal buon Peppino Ciresa ma per quelle 200 schede targate Centrodestra che sono finite al candidato “sbagliato” a causa dei soliti giochetti di chi nella nostra città e a corrente alternata ad ogni appuntamento elettorale continua a tenere il piede in due scarpe per evidenti motivi di loro opportunità e di bassa bottega. Se la cosa non è cristiana e nemmeno cattolica, politicamente parlando, è però proprio in quell’ambiente che affondano le radici del deleterio opportunismo che ha creato le basi dell’indigesto terzo fallimento. Chi è causa del suo mal pianga se stesso!

Durante l’ultima campagna elettorale non è infatti sfuggita nemmeno ai non addetti ai lavori la presenza fra le truppe del Mauro Gattinoni dei seguaci di un noto esponente della vecchia e storica Democrazia Cristiana cittadina che in anni non lontani sedeva in giunta comunale a fianco di un indimenticato e apprezzato sindaco leghista che ha lasciato un buon ricordo di sé e del suo buon governo.

Lettera Firmata