SANITÀ: NUOVO SCREENING
PER IL PAPILLOMAVIRUS UMANO.
CAMBIA LA PRASSI A LECCO

LECCO – L’incidenza e la mortalità per carcinoma della cervice uterina sono marcatamente diminuite (di oltre l’80%) da vari decenni grazie alla diffusione dello screening mediante pap test. È oggi ampiamente dimostrato che l’infezione da papillomavirus umano (HPV) è la condizione necessaria per lo sviluppo del carcinoma della cervice e delle lesioni preneoplastiche, che si sviluppano a seguito di infezione persistente nel corso di cinque o più anni di virus HPV denominati “ad alto rischio”. Solo questi tipi virali possono integrarsi nel genoma e interferire coi normali processi di regolazione del ciclo cellulare.

L’individuazione dell’HPV, come causa del carcinoma della cervice uterina, ha aperto nuove opportunità di prevenzione, in particolare di prevenzione primaria tramite il vaccino e di prevenzione secondaria, mediante la ricerca dell’HPV DNA per individuare le infezioni e trattare precocemente le lesioni “iniziali”. Esiste chiara evidenza scientifica che uno screening con test HPV DNA è più efficace della sola citologia con pap test nel prevenire i tumori invasivi della cervice uterina.

Regione Lombardia ha implementato il nuovo modello di screening con chiamata attiva della popolazione femminile di età compresa tra 30 e 64 anni, per l’esecuzione di prelievo per ricerca di HPV DNA e nel caso di positività di esame citologico. Le giovani donne, dai 25 ai 29 anni, eseguono un esame citologico e in caso di positività un HPV test.

Paolo Favini, direttore generale ASST Lecco: “Oggi è davvero un giorno speciale, comunichiamo un progetto di assoluta importanza per la salute delle donne. Obiettivo prioritario dello screening è il raggiungimento di livelli elevati di copertura della popolazione femminile, con un metodo che garantisca ottima sensibilità, grande specificità e maggior appropriatezza degli esami di approfondimento (colposcopie/biopsie etc.) per evitare esami inutili, che generano ansia ingiustificata alle pazienti e ai fini del risparmio in termini di spesa sanitaria e del mantenimento del rapporto costo/efficacia. Regione Lombardia ha avviato lo screening cervicale basato su HPV DNA primario. Per motivi di qualità e di costo sia le attività di lettura citologica sia l’esecuzione del test HPV necessitano di un lavoro di centralizzazione”.

“Il bacino di popolazione afferente al nostro hub è rappresentato dal territorio di ATS Brianza con 327.973 e dal territorio di ATS Montagna con oltre 40.000 donne e un’attività di screening che durerà cinque anni – continua Favini -. L’organizzazione è quanto mai complessa; prevede un’equipe transdisciplinare, comprendente le due ATS, i servizi informatici, la rete di 36 consultori, i laboratori di Microbiologia e di Anatomia Patologica e le equipes di Ginecologia per colposcopie e follow up clinici.
Grazie davvero a Cristina Riva che da cinque anni conduce con professionalità e passione la Struttura Complessa di Anatomia e Istologia Patologica e coordina ora il nuovo screening molecolare”.

Cristina Riva, direttore Anatomia e Istologia Patologica ASST Lecco: “Senza alcun dubbio per noi anatomo-patologi questa nuova modalità di screening per il carcinoma della cervice uterina rappresenta un cambiamento epocale, poiché dal metodo tradizionale del pap test si passa, nella maggior parte dei casi, alla ricerca del virus in prima battuta. La citologia viene allestita su “strato sottile” solo in donne positive all’HPV, e ciò comporta un approccio differente alla lettura microscopica del preparato”.

Silvia Tonolo, direttore Microbiologia e Virologia ASST Lecco: “La maggior parte delle infezioni da HPV è transitoria; il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare l’effetto patogeno. La persistenza dell’infezione è la condizione necessaria per l’evoluzione verso il carcinoma. Fino a poco tempo fa l’unico modo per prevenire il tumore della cervice era attraverso il pap test. Data l’eziologia virale del carcinoma, oggi esiste un’ulteriore possibilità di prevenzione ossia lo screening con il test HPV DNA. Si tratta di un test molecolare che ricerca il DNA di HPV oncogeni ad alto rischio a partire da un prelievo di cellule cervicali. L’esame è altamente automatizzato e sicuro. Esiste ormai una chiara evidenza scientifica che uno screening eseguito con il test molecolare sia più efficace dello screening basato sul pap test, poiché in grado di rilevare la presenza del virus, quindi l’infezione, prima della comparsa delle alterazioni cellulari”.

Antonio Pellegrino, direttore Ostetricia e Ginecologia Ospedale “Alessandro Manzoni” Lecco: “Per i ginecologici che si occupano di tumore della cervice uterina, la possibilità di implementare la prevenzione di questo tumore è di fondamentale importanza. Il tumore della cervice uterina purtroppo colpisce anche donne giovani. Lo screening viene effettuato, a seconda della fascia d’età, con pap test o HPV Test. Il ginecologo subentra in un secondo momento quando uno dei due test risulti positivo, offrendo alla paziente, sempre nell’ambito dello screening e quindi a titolo gratuito, l’approfondimento diagnostico tramite la colposcopia ed una eventuale biopsia, a cui segue il trattamento chirurgico laddove necessario. Il tutto in un percorso organizzato e codificato attraverso cui la paziente viene guidata”.