MEDITAZIONE DI DON G. MILANI
NELLA PRIMA DI QUARESIMA

La quaresima ci consegna sempre, nel suo inizio la riflessione su questa narrazione che più che un fatto è riflessione e prospettiva teologica Gesù che nel Battesimo si è preso sulle spalle la fragilità del popolo peccatore è spinto è “condotto dallo Spirito nel deserto” da quello stesso Spirito che appare come colomba pochi versetti prima, quando la voce del Padre l’ha riconosciuto figlio amato tra i peccatori per il battesimo di Giovanni. Gesù fa sua la pratica antica del digiuno nel deserto che in questa privazione segnalava la totale dipendenza da Dio: togliere il nutrimento, essenziale per la vita, era dichiarare la dipendenza dell’uomo da Dio Signore della vita; per Gesù, il significato non è di sola ascesi personale, volge l’attenzione a tutta la vita pubblica del Signore Gesù, continuamente messo alla prova, continuamente tentato e rievoca il deserto antico della tentazione della fame e della sete, della manna e dell’acqua di Meriba. Il battesimo e il deserto sono introduttivi alla missione di Gesù per gli uomini; è da notare come il tentare, con la provocazione così verbalmente esplicita nelle prime due tentazioni, cerchi di rovesciare il senso dell’esser Figlio di Dio, non al modo riconosciuto dal Padre che indica la propria compiacenza nel Figlio amato immerso nella debolezza umana, ma in una potenza che sta sopra, che sfida la natura: “Se sei figlio di Dio” compi gesti di eclatante potenza: trasforma le pietre in pane, sfida il vuoto dall’altezza del tempio!

La terza tentazione è quella per il dominio di “tutti i regni del mondo e della loro gloria” piegandosi al dominatore del mondo, Satana stesso. Si sono lette, nelle tentazioni, davvero tante possibilità e proposte di riflessione che è pure bene possano diventare personali; la cura maggiore ad intendere il brano è però nel senso più grande e simbolico rispetto al mistero all’intera missione del Signore Gesù che supera il diffuso pensiero di un messianismo di potenza e splendore visibilmente umano nella fedeltà al Padre e nell’immersione dello Spirito che lo inviano a portare la parola e la vita nuova con l’amore non nell’imporsi con potenza miracolistica. Le tentazioni si ripetono anche nell’adesso: sono fondamentalmente la pretesa di trovare salvezza e senso per l’uomo negli strumenti mondani, nel potere e nella forza, Gesù le supera e indica a noi non solo il senso della propria missione, ma insegna a noi pure come diffidare di quanto le logiche basse ed immediate del mondo ci continuano a proporre.

 

Don Giovanni Milani