VIA ALLA STAGIONE TEATRALE:
CON PAOLO HENDEL
SERATA DI RISATE A LECCO

LECCO – Finalmente si torna in presenza! La stagione teatrale 2021-2022 del Comune di Lecco è iniziata martedì 16 novembre e la risposta della cittadinanza è stata di grande affluenza: il Cineteatro Palladium è quasi pieno. Si respira voglia di normalità e di cultura, e la ricca programmazione della rassegna promette bene: alla varietà delle proposte (prosa, musica classica, teatro per i piccoli) si unirà la sinergia delle diverse sedi (Palladium, Cenacolo Francescano, Auditorium della Casa dell’Economia).

Il programma della rassegna è illustrato da una pioggia simbolica di omini, ispirato a René Magritte, l’artista che ha voluto “trasformare il negativo in positivo, il dolore in ironia”.

E il primo spettacolo va proprio in questa direzione. Si tratta di La giovinezza è sopravvalutata. Il manifesto per una vecchiaia felice, interpretato dal comico Paolo Hendel (scritto a quattro mani con Marco Vicari); la brillante regia è firmata da Gioele Dix. Il libro è pubblicato da Rizzoli nel 2018, con il contributo scientifico della geriatra Maria Chiara Cavallini.

La scena è semplice: una sedia, un leggio, una pedana in legno. Tutto il resto è riempito da Hendel, che cammina su e giù e con parole e gesti riesce a farci immaginare scene e personaggi. Il suo accento fiorentino è simpatico e cordiale, l’ironia resta garbata anche su temi scabrosi, le pause sono misurate sulle reazioni del pubblico, che gradualmente si scioglie in risate liberatorie. In otto capitoli Hendel esplora gli aspetti tragicomici della vecchiaia che avanza.

IL ‘TRAILER’ DELLO SPETTACOLO DI HENDEL:

 

Leopardi la chiamava “detestata soglia di vecchiezza” che corrompeva i fiori della gioventù: arriva in sordina, dissemina qualche indizio qua e là (capelli bianchi e acciacchi), e all’improvviso agli occhi degli altri (figli e non solo) diventi un vecchierello attempato. Un male inevitabile, che Hendel passa a sezionare con il bisturi di un’ironia dissacrante, soffermandosi sulle storture e deformazioni della nostra società del consumo e dell’apparenza. Gioca con i paradossi, immagina situazioni portate all’estremo, introduce parole gentili (“gambina”, “braccino”), crea scale tonali e poi ecco la scintilla finale, che dà fuoco a risate e applausi.

Esilarante è il capitolo sulla “manutenzione”, che narra le disavventure con i controlli medici (l’imbarazzo della consegna delle feci, il trauma della colonscopia, gli approcci vari degli urologi), ma anche il tema del sesso e della politica. Che cosa dirà Salvini a Caronte, quando il traghettatore si presenterà con il suo barcone? E noi, diventeremo insopportabili al punto che le nostre badanti si tufferanno nell’alcol e nella droga per sopportarci? Anche i poeti non ci soccorrono con ricette, anzi Properzio si vendicava e offendeva la giovane amante che lo aveva rifiutato, augurandole la peggiore vecchiaia.

Eppure la terza età, se affrontata con i ritmi della lentezza, può riservare spazi impensati di creatività e di indignazione. Non certo quella delle demenziali recensioni che leggiamo ogni giorno sulla Rete. E qui Hendel ci regala una collezione di “perle” (che amplia anche in un “bis non richiesto”), incredibili perché verosimili. Oggi tutti si improvvisano censori ed esperti: di turismo, arte, cucina, e con snobismo altezzoso rivelano abissi di ignoranza, per esempio: “Ho letto la Divina Commedia. Non è un gran che”; “Ho visto la Torre di Pisa: mal costruita. Non ne vale la pena”.

Potremmo allora sfruttare la terza età per la riflessione e per leggere, non solo le bollette, la pagina sportiva o il bugiardino dei medicinali. Ma imparare ad andare oltre le apparenze, apprezzare le piccole gioie del quotidiano e coltivare il dubbio: sull’oggi e su noi stessi, per non prenderci troppo sul serio. Perché, come diceva Monicelli, “la vita è un balocco”: occorre quindi la giusta leggerezza. Forse allora avremo l’energia di Frank Sinatra, che sulla sua tomba ha fatto scrivere: “Il meglio deve ancora venire”. Un invito a guardare sempre oltre, al di là del nostro piccolo orticello. Invece di essere arrabbiati con il mondo, facciamoci una risata. E forse riscopriremo anche il valore degli altri.

All’uscita, sotto le mascherine, si scorgono dei sorrisi. Hendel ha conquistato i lecchesi.

Gilda Tentorio