PINI TAGLIATI A MALGRATE,
IL MINISTERO DELL’AMBIENTE
RICHIEDE “VERIFICHE”

MALGRATE – I protagonisti della vicenda sono noti: dodici esemplari di Pinus pinea, esistenti da oltre cinquant’anni, abbattuti nel gennaio di quest’anno, nell’ambito del progetto di “riqualificazione” del lungolago malgratese tanto ostinatamente voluto e sostenuto dall’amministrazione locale, quanto decisamente osteggiato da associazioni ambientaliste e comitati locali di cittadini.

A seguito del taglio delle essenze ultracinquantenni, meno di un mese fa, WWF Lecco e Legambiente Lecco annunciavano di aver presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti lombarda, per sollecitare un controllo sulla correttezza delle procedure seguite per arrivare all’irreversibile taglio.

L’esposto si poneva come finalità quella di sollecitare un controllo sulla correttezza delle procedure seguite per arrivare ad estirpare i vecchi pini di Malgrate, fornendo elementi di analisi anche da un punto di vista di proporzione costi/benefici rispetto all’alternativa della conservazione, sulla base della perizia a firma dell’agronomo Dottor Giorgio Buizza (che ha quantificato una perdita patrimoniale per il Comune di Malgrate di oltre trecentomila euro), nonché spunti di riflessione sulla (non solo attuale) importanza del “bene albero”.

Ebbene, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare non è rimasto inerte di fronte all’attivazione delle associazioni ambientaliste e il 3 dicembre, “con sorprendente e apprezzabile tempestività”, il Direttore Generale Giuseppe Lo Presti ha inviato una comunicazione all’ISPRA – Centro nazionale crisi emergenze ambientali e danno, alla Direzione Generale per il patrimonio naturalistico e al Comitato per il Verde Pubblico (questi ultimi due organismi dello stesso Ministero), inoltrata per opportuna conoscenza anche alle Associazioni esponenti, con specifiche richieste di verifica e approfondimento in relazione alla vicenda malgratese.

In particolare, dal Ministero si richiede all’ISPRA “di valutare, anche eventualmente avvalendosi del sistema agenziale SNPA, se, ai sensi della parte VI del D.lgs. 152/2006, sussistano profili di danno ambientale o minaccia di danno ambientale derivante dai fatti” oggetto dell’esposto, nonché al Comitato per il Verde Pubblico di “valutare eventuali violazioni della normativa in materia di verde pubblico e privato derivanti dall’attività di abbattimento” dei dodici pini.

Ma non solo. Il Direttore Generale del Ministero ha anche di sua iniziativa inviato copia della sua comunicazione alla Procura Regionale Corte dei Conti Lombardia, aggiungendo così la propria autorevole voce istituzionale a quella delle associazioni ambientaliste nel chiedere che venga fatta chiarezza sull’accaduto.

Le rappresentanze lecchesi di WWF e Legambiente hanno accolto con grande soddisfazione l’interessamento mostrato dal Ministero: la rapidità di riscontro e il coinvolgimento di altre strutture dell’apparato statale costituiscono certamente uno sviluppo positivo, a conferma di una sempre maggiore attenzione all’ambiente e alle sue componenti, facendo ben sperare in ottica di accertamento della vicenda.

Intanto sul nuovo lungolago “sono pronti a fare bella mostra di sé – annotano gli ambientalisti -, aggiungendo danno al danno, otto striminziti “platani a ombrello”, costruiti artificialmente in vivaio per ottenere la sagoma “a tetto” e messi a dimora con i rami legati a canne di bambù per orientarne lo sviluppo e la geometria. Una ripiantumazione improvvisata e senza alcun supporto scientifico: ci sono specie che rispondononaturalmente alla formazione di sagome larghe e basse, ma a Malgrate si preferisce impiegare una specie caratterizzata geneticamente da grandi dimensioni per costringerla a sagome innaturali”.