DEBITI DEI COMUNI, VALLE
E LAGO IN POLE POSITION.
AI LECCHESI 74 € CIASCUNO

LECCO – Contrarre mutui e prestiti significa, per le amministrazioni locali, investire sulle infrastrutture a beneficio della comunità. A stabilirlo è la Costituzione, che all’articolo 119 precisa: “I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni […] possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento, con la contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l’equilibrio di bilancio”.

In altre parole, l’indebitamento non è consentito per le spese correnti, come il pagamento degli stipendi o i servizi per la cittadinanza. Il principio non contrasta con l’obbligo di pareggio di bilancio introdotto nelle Costituzione dal 2012 allo scopo di tenere sotto controllo il debito pubblico italiano sia a livello centrale che a livello territoriale. La questione, infatti, non riguarda l’accesso ai mutui, quanto la capacità di restituzione degli stessi nel tempo, in altre parole la spesa annuale che il comune sostiene per restituirlo.

Nei bilanci si trova quindi una voce dedicata al debito pubblico, che comprende sia la quota capitale che la quota interessi relative all’ammortamento dei mutui e dei prestiti obbligazionari.

È quanto evidenzia una ricerca di Openpolis che ha raccolto i dati di tutti i comuni italiani.

Veniamo alla Provincia di Lecco. Sul podio dei Comuni con la spesa pro capite per debito pubblico più alta troviamo Moggio, Barzio e Perledo, rispettivamente per 712, 318 e 296 euro.

Quelli più virtuosi (se per tali si intendono i Comuni che non generano debito) sono Merate, Introbio e Cremella, rispettivamente 0, 0 e 3 euro. Per LeccoMandello e Valmadrera, tra le città più popolose del territorio, la spesa pro capite è rispettivamente di 74, 57 e 39 euro. Il valore medio  si attesta su 71,85 euro, e sono 52 su 86 i comuni al di sotto di questa cifra.