LECCO, I CANDIDATI REPLICANO
ALLA LETTERA APERTA
DI DON ANGELO E DON MARIO

LECCO – Le repliche dei candidati sindaci alla lettera aperta a loro indirizzata da don Mario Proserpio della parrocchia di Castello e don Angelo Cupini della Comunità di via Gaggio.

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Corrado Valsecchi – Appello per Lecco

Cari don Mario e don Angelo,
Ho ricevuto la Vostra missiva e Vi ringrazio di cuore di avermi fatto partecipe dei Vostri interrogativi e delle Vostre inquietudini sul futuro della nostra città .
Intanto un sincero ringraziamento per aver riconosciuto la generosità di coloro che si impegnano per la cosiddetta ” cosa pubblica ” , indipendentemente dai partiti o dalle liste di riferimento. Una considerazione che apprezza la nostra scelta, l’impegno e la vocazione di contribuire al miglioramento della nostra comunità in maniera pressoché gratuita e senza ombra di dubbio per spirito di servizio. Non è scontato oggi, in un mondo dove l’antipolitica impera, trovare anche coloro che hanno piena consapevolezza, come Voi, del valore di queste nostre scelte personali.
Per quanto mi riguarda credo di aver sempre cercato di essere ” libero dall’esito” e spesso di esserci anche riuscito, cercando di migliorarmi, di essere in qualche modo utile agli altri, di avere sempre pensieri positivi.
Ho lavorato per 42 anni e 10 mesi nel privato, sono sposato da 39 anni e ho quattro figli e due nipoti i miei sforzi e le mie aspettative sono state tutte ampiamente ripagate, questa consapevolezza la ritrovi quando ti guardi indietro e ti chiedi cosa hai fatto per meritarti tanta fortuna ? . Forse proprio per il fatto che hai vissuto ” libero dall’esito ” e che hai fatto ciò che ritenevi giusto fare nel rispetto degli altri non curandoti tanto del risultato finale quanto dal percepito del tuo cuore. I risultati arrivano ed è giusto perseguirli se non sei in ansia da prestazione, se la tua volontà di raggiungere gli obiettivi non diventa una ossessione spasmodica alla ricerca del consenso. Non è più sufficiente fare le cose bene bisogna fare le cose giuste . Da Voi, mi permetto di dire ” preti di frontiera ” che stanno in prima linea, noi amministratori dobbiamo trarre insegnamento. Stare in campo vuol dire aver fatto una scelta non egoistica, occuparsi dei problemi della Comunità dagli ultimi ai più facoltosi cercando di creare un sodalizio che possa, in qualche modo, bilanciare le fortune e le avversità della vita .
Voi vi occupate della vita reale dai carcerati agli emarginati, dagli immigrati alle fragilità sociali; temi che un amministratore lungimirante non può ignorare, né sottovalutare . Che società abbiamo in mente? La prima domanda di un amministratore non può che essere questa ! Bisogna partire non già dalle cose, ma dagli esseri umani. Se un amministratore è portato solo alla realizzazione di Opere, seppur importanti, ma ha trascurato di dare ascolto alla richiesta di aiuto anche di una sola persona ha fallito nella sua missione. Sto parlando ovviamente di persone che hanno delle reali necessità e bisogni, non di quelle che vogliono il parcheggio riservato sotto casa . Oggi al mondo ci sono 7 miliardi e 600 milioni di persone , nel 2050 saremo 10 miliardi di persone. Quale futuro ci aspetta se non una società cosmopolita che non ha bisogno di muri, ma di ponti. L’Europa è oggi un continente vecchio con 600 milioni di persone, non ho parlato di vecchio continente, ma di continente vecchio volutamente, dove le famiglie progressivamente hanno rinunciato a fare figli ad investire sul futuro. Quindi qual’è la prospettiva ? Sarà un declino inesorabile per gli autoctoni e la società nuova si formerà grazie alle contaminazioni etniche e culturali. Nel 1993 quando ho fondato con altri amici ( 12 persone di 10 diverse nazionalità ) Les Cultures a Lecco c’erano meno di 200 immigrati. Nella conferenza stampa di presentazione dell’associazione dissi che ” tra 20 anni a Lecco ci saranno almeno 5.000 immigrati ” . Considerazione che mando su tutte le furie i neo leghisti di allora che sostenevano che con loro al governo della cittá questo non sarebbe mai accaduto . Hanno governato quasi 20 anni e oggi la città ha oltre 5.000 immigrati residenti . La Storia non la fermi con gli slogan devi prepararti a governare i processi se non vuoi subirli, non bisogna vivere nell’eterna emergenza, ma pianificare politiche concrete e lungimiranti che guardino ad una società che sta cambiando e che non aspetta i tempi della politica urlata.
Volete sapere, cari Don Mario e Don Angelo, quale è stato il momento in cui mi sono sentito più felice da Amministratore in questi cinque anni ? Non quando ho aperto Piazza Affari o il parcheggio di via Grassi, ma quando ho lavorato assieme ai richiedenti asilo per la riqualificazione dello Stadio Cittadino ! Lì mi sono sentito veramente bene guardando negli occhi persone che lavoravano per un progetto, conoscendo persone che parlavano con occhi che avevano visto orrori che i nostri occhi non avrebbero visto mai, vedendoli felici di quello che stavano facendo per la nostra città sapendo che non ci sarebbe stata ricompensa certa. La società che immaginiamo come Amministratori è importante , dentro regole che tutti devono rispettare, ma con la convinzione di poter e saper gestire i processi sociali con il rispetto che é dovuto ad ogni essere umano.
Fare questi discorsi oggi rende chi fa politica impopolare e sta proprio qui il valore di essere ” liberi dall’esito” e cioè continuare a sostenere ciò che è giusto indipendentemente dal consenso effimero dell’oggi che verrà smentito dalla Storia domani .

I giovani rappresentano il futuro della nostra città è per questo che abbiamo puntato su di loro . Giovani immigrati come Johanna Caroline Worton ( australiana, Oceania ) , Galhena Dewage Dilshani ( Sri Lanka , India ), Da Costa Maria Claudia ( Brasile, America ) che con l’insegnante Schadrac Musoni ( Rwanda, Africa ) completano i rappresentati in lista di Appello per Lecco dei cinque continenti ( non ci siamo accontentati abbiamo chiesto la disponibilità ad entrare in lista anche di Singh Kalaljit un indiano che vive da noi da oltre 30 anni ma non ha mai rinunciato a esercitare la sua professione di ristoratore mantenendo inalterata la sua cultura e le sue origini a partire dal vestire ) . Ci siamo affidati ai giovani per rinverdire il nostro percorso civico introitando sensibilità nuove e moderne che inevitabilmente ci porteranno nel prossimo, immediato, futuro a cambiare gli stili di vita per salvaguardare noi stessi e il pianeta . La risposta che possiamo dare ai giovani è che essi stessi diventino protagonisti del proprio futuro iniziando un percorso che li porti anche a diventare amministratori della città . Per questo abbiamo voluto in lista diversi giovani lecchesi che sono nel mondo della scuola, dell’impresa, degli oratori e degli eventi artistici e musicali. Sono loro che faranno la differenza, loro che sapranno interpretare ed essere all’altezza del cambiamento. Agli amministratori più anziani può essere richiesto di far spazio e di creare spazi per i giovani, ma il destino della città sia chiaro sta principalmente nelle loro mani. Non c’è solo un problema di sostenibilità ambientale e della mobilità, occorre un grande sforzo di rigenerazione urbana che ci faccia recuperare superfici utilizzabili, bosco urbano e aree manifestazioni . Vi mandiamo a seguire il nostro programma con le sintesi dei punti principali.

Dopo dieci anni di leale collaborazione con un partito politico che riteniamo non abbia rispettato il patner civico nella fase preliminare della discussione pre-elettorale e non abbia rispettato i patti tra gentiluomini abbiamo deciso di lanciare una sfida autenticamente civica . Un partito che ha deciso di ” sparare ” contro la propria Amministrazione per bocca dell’esponente più importante e apicale con la ” tentazione di ri-partire da se ” , di credersi autosufficiente nelle decisioni e mortificare alleati storici, non ha lasciato alcun dubbio sulla nostra linea di condotta . Siamo rimasti esterrefatti da questo comportamento insensato di chi crede di poter trattare da “zerbini ” comunità politiche e persone che hanno creduto in un progetto che a nostro giudizio non era per niente terminato . Appello per Lecco è orgogliosa di quanto fatto in questi dieci anni! Si poteva fare di più ? Sicuramente . Ma si è fatto ciò che era possibile fare nelle condizioni date. Vi assicuro con tanto sacrificio. Non si doveva mettere la parola fine, bastava un grazie per coloro che avevano dedicato dieci anni della loro esistenza ad una causa . Invece sì è preferito cercare di fare tabula rasa, cosa per altro vedendo la composizione delle liste, dopo aver parlato di discontinuità e cambiare passo, sembrerebbe miseramente fallita . Allora ci chiediamo perché ? Perché dire che non ci sono stati risultati, perché dire che gli assessori uscenti non avrebbero avuto il diritto di ripresentarsi o potersi candidare a Sindaco? Non stiamo partendo da zero, abbiamo svolto un grande lavoro di squadra. Il futuro sarà migliore grazie anche al lavoro svolto in questi dieci anni . E coloro che riceveranno la nostra eredità chiunque siano avranno un compito più facile del nostro che ha dovuto mettere mano ad un indebitamento mostruoso e a completare opere e progetti incompiuti .

La ricchezza del volontariato, l’abnegazione di sodalizi e singole persone sono ciò che ci deve rendere orgogliosi di appartenere ad una comunità come la nostra . Certo occorre maggiore reciprocità, più capacità di far rete e l’amministrazione comunale dovrebbe essere una cabina di regia discreta e neutra che favorisce l’incontro tra comunità associative impegnandole su un fronte organizzato e solidale, indicando le necessità di intervento più necessarie e critiche. Valorizzando il regolamento dei beni comuni che ha consentito di tracciare nuovi percorsi di collaborazione tra l’ amministrazione comunale e i privati realizzando decine di interventi ed opere significative per la nostra città: dai restauri alla cura del verde, dagli interventi sul patrimonio pubblico alla fornitura di beni.
La fase pre-politica rappresentata dal volontariato e dalla cittadinanza attiva è l’esaltazione del civismo, la capacità di offrire risposte ai bisogni, alle esigenze e alle aspettative dei cittadini in tutti i campi da quello delle fragilità a quello sanitario, da quello culturale a quello sportivo sono gli ingredienti che consentono di misurare la maturità di una comunità che non si vuole rassegnare e che intende affermarsi come modello di convivenza civile e di eccellenza sociale.

Bisogna promuovere esattamente come state facendo Voi il dialogo e il confronto con e tra le comunità religiose. Ho passato la vita ad incontrare le diverse religioni attraverso i suoi protagonisti fossero essi “chierichetti” o ” officianti “. Già negli anni “90 con Les Cultures questo è sempre stato un tema a me caro . Girando per mezzo mondo mi sono reso conto che grande parte dei Paesi è rispettosa della libertà religiosa e ha bandito fanatismi e isterismi . Lecco su questo fronte deve saper fare di più . Il razzismo religioso è la maschera della paura e va debellato . Ognuno deve poter praticare e coltivare la propria fede nel rispetto e nella reciprocità di poter pregare in luoghi adeguati, idonei e sicuri. L’amministrazione comunale deve favorire questo processo di integrazione dei diversi culti religiosi escludendo discriminazioni che non hanno più motivo di esistere, deve consentire alle comunità religiose in uno spirito ecumenico di potersi trovare e confrontare , di parlare con le autorità religiose e di consentire loro di poter disporre di spazi e luoghi di culto ( anche aiutandoli ad identificarli ) dove esercitare la loro vocazione e missione. Se sapremo far questo, rimuovendo pretestuose polemiche, sono certo, avremo fatto passi in avanti e potremo affermarci come una comunità migliore.

RingraziandoVi ancora per le vostre preziose e sempre acute sollecitazioni vi invio le mie più sentite cordialità .

Corrado

 

Mauro Gattinoni – Centrosinistra

Carissimi padre Angelo e don Mario
Vi ringrazio per “Lettera aperta” che avete voluto indirizzarmi quale candidato sindaco. Ne restituisco una brevissima “risposta aperta” che vuole solo accennare ai temi da voi affrontati.
Vi ho ritrovato infatti spunti di saggezza e di lungimiranza non nuovi per chi conosce padre Angelo e don Mario e per chi conosce l’opera che da decenni portano avanti per l’integrazione nella nostra città.
Nel mio caso, l’affetto per padre Angelo e don Mario è ancora maggiore perché con loro ho avuto modo di condividere non solo confronti di idee, ma abbiamo costruito insieme progetti di formazione sociale e politica per i giovani, di integrazione degli adolescenti tramite la musica e la danza, di accompagnamento al lavoro del progetto Living Land e di percorsi di meccanica per l’inserimento in azienda di giovani volonterosi, solo per citare i più recenti.
Accolgo l’invito a una riflessione ampia, inclusiva soprattutto per i giovani e per le persone di nazionalità diversa che oggi sfiorano il 10% della popolazione residente in città.
Accenno quindi a qualche punto concreto che più compete a un sindaco:
1) l’esperienza d’integrazione si basa materialmente su formazione e lavoro. Solo così possiamo costruire una convivenza civile. A Lecco già sono attivi, e verranno sostenuti, percorsi d’integrazione linguistica e professionale. Ne hanno bisogno sia le famiglie di immigrati, sia le aziende del territorio!
2) Famiglia. Il nostro programma a sostegno della famiglia, dello studio, dell’adolescenza non ha colore. L’attenzione “esagerata” che mettiamo sulla formazione ha evidentemente una funzione non certo solo nozionistica, ma di lotta all’abbandono, all’emarginazione, alle dipendenze per guadagnare autonomia e consapevolezza.
3) Donne. Occorre accompagnare meglio il percorso di inserimento delle donne di origine non italiana nel tessuto comunitario, sia per la parte professionale, sia per quella sociale.
4) Cultura. La contaminazione tra culture è una ricchezza meravigliosa che va scoperta reciprocamente: conoscenza e rispetto della cultura italiana per una convivenza civile; conoscenza e rispetto della cultura di origine per non perderne la memoria e coltivarne le radici.
5) Fede. Il credo e la pratica religiosa non sono un orpello in più, ma l’orizzonte di significato più profondo per l’uomo di ogni tempo e di ogni dove. Conoscere e pregare Dio non è un semplice “diritto” da garantire, ma una componente umana irrinunciabile.
Propongo due note di metodo che reputo importanti:
a) Fare rete tra i soggetti. La complessità della sfida ci impone di fare squadra tra tutti i soggetti che si sentono chiamati in causa (pubblico, privato, associazioni, imprese), con la disponibilità di rimodulare le proprie proposte, integrandole con quelle degli altri, per renderle insieme sempre più coerenti ai nuovi bisogni.
b) Discernere per decidere. Anche in vista del voto del 20 settembre, le parole di padre Angelo e don Mario invitano ciascuno di noi a discernere per decidere, proprio secondo il metodo proposto con tenacia dal Card. Martini, citato nella Lettera. Discernere significa vagliare con realismo (alla luce della Parola, della scienza e dell’esperienza di vita) tra programmi, persone e compagini presenti nell’offerta politica cittadina attuale.
Decidere esige consapevolezza e responsabilità, ben sapendo come ricorda Martini, che nella politica non si sceglie mai per il “bene assoluto”, ma per il “meglio possibile” a favore dell’uomo e la città di domani.

Con stima fraterna,
Mauro Gattinoni
cittadino e candidato Sindaco di Lecco

 

Silvio Fumagalli – Movimento 5 Stelle

Secondo quali criteri avete individuato le priorità della città?
Abbiamo studiato un programma imperniato su tre punti cardine: mobilità, sostenibilità e partecipazione.
Migliorare la mobilità permette di rendere più vivibile la città ai lecchesi ma anche ai turisti: il problema del traffico attanaglia tutti i grandi centri e dunque servono scelte coraggiose per mettere al centro delle future scelte le persone e non le automobili.

Come? Potenzieremo il trasporto pubblico ed affideremo direttamente a Linee Lecco quello urbano, scongiurando così il rischio della gara ad evidenza europea che potrebbe invece vederla estromessa dalla gestione a favore di un gestore estero o comunque non del nostro territorio. Amplieremo le aree e gli spazi per i pedoni, facendo del centro un Isola Pedonale e non la semplice ZTL che ne ha fatto un parcheggio all’aperto, puntando così a migliorare la qualità dell’aria di zone oggi molto congestionate.
Questo tema è strettamente collegato alla sostenibilità: l’emergenza climatica riguarda tutto il pianeta, Lecco può fare da traino al cambiamento invocato da tutti ma praticato da pochi. Il primo passo della nostra amministrazione sarà quello di recedere dal progetto di teleriscaldamento e dalla sua visione accentrata e collegata al forno inceneritore di Valmadrera. Ripenseremo il modello di gestione dei rifiuti puntando oltre che su riduzione e riciclo anche sul recupero di materia attraverso il trattamento a freddo, puntando alla dismissione del forno inceneritore nel più breve tempo possibile.
Il Santo Padre nella sua Enciclica “Laudato sii” ha tracciato la via gli che amministratori di tutti i livelli dovrebbero seguire: l’ecologia e la sostenibilità come un nuovo paradigma di giustizia, perché la natura non è una “mera cornice”; contro la cultura dello scarto e dell’ “usa e getta”; per la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni; ma anche il no alla corruzione.
Noi crediamo infine che le priorità della città debbano essere individuate nell’ascolto di chi la vive quotidianamente. Ecco che la partecipazione, tramite tutti gli strumenti che consentono ascolto e proposta, permetterà di operare scelte condivise e consapevoli al fine di valutare e realizzare il bene della collettività. Cinque anni di mandato possono essere sufficienti a porre le basi per fare di Lecco oltre che una meta salutare ed ambìta da turisti e amanti dell’escursionismo, anche una città moderna ed all’avanguardia in cui valga la pena di venire a vivere. Le potenzialità non mancano, servono buona volontà e tanta energia.

Abbiamo il polso della città e non solo lo sguardo puntato sui singoli problemi?
Questi 5 anni tra i banchi della minoranza sono stati un’esperienza formativa che ha permesso al nostro gruppo di familiarizzare con la macchina amministrativa ed i suoi percorsi, ma anche molto coinvolgente grazie al confronto ed al contatto diretto con molte delle problematiche che affliggono la città, acuitesi durante l’emergenza sanitaria. Non tutto è da rifondare: occorre ripartire con buonsenso individuando cosa ha funzionato e cosa è da modificare. I primi giorni di mandato, potranno rivelarsi preziosi per salvaguardare e potenziare quanto di buono è stato fatto in questi anni ma soprattutto per definire le aree specifiche che necessitano di aggiustamenti.
Il pericolo di esclusione sociale acuitosi durante gli ultimi mesi deve essere contrastato con decisione. Le importanti misure varate del Governo in merito al sostegno delle fasce più deboli ed a rischio di povertà, hanno fornito un aiuto concreto alle tante famiglie in difficoltà anche sul nostro territorio. Necessiterà di particolare attenzione e potenziamento il servizio socio-occupazionale del comune di Lecco, che ha comunque operato in maniera eccellente in questi anni. Il lavoro è mezzo di inclusione ed affrancamento sociale, l’essere al servizio della comunità con progetti di inclusione darà a molti una seconda possibilità.
I lecchesi hanno dimostrato di sapere dare il meglio nei momenti di difficoltà, non manca dunque la fiducia per tentare di costruire una città migliore e a misura d’uomo, dove le famiglie abbiamo il piacere di vivere e i bambini possano crescere in sicurezza e nella consapevolezza di avere intorno a loro una Comunità inclusiva e coesa.
Un territorio ricco, ma anche generativo? Andare oltre i luoghi comuni Siamo concordi nel dire che la generatività di un territorio non si può misurare usando come parametro la quantità di gruppi di volontariato, di servizi, o l’entità delle risorse dedicate ai progetti sociali. Il rischio di scadere nella mera autoreferenzialità è concreto. Condividiamo l’impressione che talune reti sociali sembra siano più funzionali a ciascuno nel portare avanti la propria attività e che a favorire un autentico scambio di competenze e conoscenze. E’ altresì vero che Il volontariato nella sua più nobile accezione non può e non deve essere supplenza alle assenze di Comune e Stato, ma integrazione e potenziamento. La collaborazione tra pubblico e privato, sia esso privato sociale o imprenditoriale, va facilitata riconoscendone il valore reciproco rispettando però le rispettive prerogative ed i piani di azione. Pensiamo anche che la partecipazione dei cittadini debba essere libera ed attiva, facilitando l’accesso agli spazi pubblici ed alle strutture messe a disposizione dall’amministrazione, accedendovi senza costi e percorsi i burocratici estenuanti.
Promuovendo l’incontro ed il confronto tra cittadini pensiamo si possa rafforzare il senso di comunità. Il dialogo tra le comunità religiose. La costituzione di un dialogo con la comunità musulmana lecchese è certamente un punto di partenza positivo, soprattutto di questi tempi, quando l’emergenza migratoria e la minaccia terroristica vengono strumentalizzati da alcune forze politiche per cavalcare l’onda della paura e raccogliere consensi elettorali. Il dialogo tra cristiani e musulmani non è affatto scontato: in altre città non si è ancora riusciti a raggiungere un risultato così positivo, dunque non posso che complimentarvi con voi per l’approccio costruttivo intrapreso.
Mi auguro che la positiva convivenza tra le due religioni prosegua anche negli anni a venire. Del resto, l’accettazione delle diversità è uno dei principi irrinunciabili del MoVimento 5 Stelle. Siamo contrari a ogni forma di discriminazione e non permetteremo che la paura ci divida.