DALL’ARCI: “L’ASSOCIAZIONISMO
AI TEMPI DEL CORONAVIRUS”.
SOSTEGNO AL TERZO SETTORE

Carissime/i,
stiamo vivendo una stagione complessa, una stagione che tocca in maniera importante il nostro modello di vita e che mette ulteriormente a rischio il nostro senso e bisogno di comunità, già profondamente minato da una società liquida sempre più attenta all’io che non al noi.

Eppure sembra che la visione drammatica portata dal coronavirus, guardando tv e leggendo giornali, sia soprattutto improntata a quella economica, mentre poco si parla delle gravi conseguenze che la stessa malattia comporta alla nostra vita sociale.

Il Terzo Settore, quel mondo del volontariato e della promozione sociale che ha proprio come mission la comunità e che anche in questa emergenza è una realtà attiva, è inspiegabilmente trattato dalle istituzioni e dai media in modo marginale. Eppure noi siamo il settore del mutualismo e della solidarietà, siamo quelli che soccorrono chi sta male, quelli che trasportano malati e portano pasti a domicilio, quelli che ti permettono di giocare a carte, di danzare e ballare, di poterti esprimere su un palco o ascoltare chi sta un palco, quelli che accolgono, quelli che ti insegnano a sciare o a curare il tuo benessere.

Oggi anche il Terzo Settore è colpito dal Covid 19, anzi se leggiamo le ordinanze (non sempre chiare) forse siamo più colpiti di altri settori, con restrizioni molto forti e non sempre intelleggibili. Visto quello che siamo, visto il nostro essere appunto realtà fatte da persone per le persone, pensiamo sia fondamentale adempiere al nostro dovere rispettando quanto ci è richiesto, ma nel contempo chiediamo che ci sia, da parte di istituzioni ed enti, un riconoscimento al nostro mondo, che ci sia uno sforzo perché la socialità e il bene comune non vengano meno oggi come domani, che ci sia anche nei nostri confronti dunque attenzione.

Dobbiamo avere inoltre la forza di riconoscere che l’economia non è l’unico parametro o il principale di una società, non possiamo avere come indici di riferimento solo Pil e deficit, dobbiamo introdurre indici che misurano anche l’impatto sociale del nostro agire.
Se poi torniamo alla cruda economia e al Pil ecco che il Terzo Settore ha una sua valenza importante che varia (a seconda degli studi) tra il 3,5 e il 4,3 % del Pil nazionale, tanto quanto il comparto italiano della moda, un dato che non tiene conto dell’apporto sociale complessivo che realizziamo ogni giorno . Anche il nostro mondo dunque paga utenze, imposte, dipendenti, collaboratori, affitti ecc. Non si può pensare che fare Cultura, Promozione Sociale, Volontariato venga dal nulla.

È importane dunque che le Istituzioni riconoscano la funzione del Terzo Settore, da sempre indispensabile in momenti critici, e che si trovino anche per esso modalità di sostegno ed aiuto volti a ridurre i danni conseguenti all’emergenza da Covid 19 e al rischio di perdere parte di questo patrimonio del nostro Paese.

Massimo Cortesi
Presidente Arci Lombardia