ALLA FIERA… DE LECCH.
E VENNE IL CORRADO,
DETTO ANCHE IL VICEDIO

E venne
E venne il Corrado, che si mangiò l’Alfredo, che si mangiò il Gatto, che si mangiò l’Appello, che al mercato il Centrodestra compró.

Finisce così, nei modi e nei toni di una sfilacciata telenovela sudamericana non priva di veleni e personalismi, la storia del centrosinistra lecchese in vista delle elezioni comunali. Corradino Valsecchi, detto “il Vice Dio” dai colleghi di Giunta, sbatte la porta e se ne va, verso una corsa solitaria di incerta ventura ma di sicura vetrina. Appello per Lecco, la sua creatura che ha da sempre nel gerlo più idee che voti, seguirà a vele spiegate la rotta tracciata del Commodoro delle Frattocchie, come si conviene ad una ciurma da sempre avvezza alle strambate del timoniere.

Del resto, i più vicini al Corrado, da sempre avevano pronosticato questo finale: l’uomo cerca palcoscenico, e una volta capito che mai sarebbe stato candidato sindaco del centrosinistra, molto astutamente ha trovato un casus belli per far saltare in aria il banco e il Gatto che ci stava accovacciato sopra.

Valsecchi si sente forte e pronto per una scoppiettante campagna elettorale in solitaria: la sua è stata una vita di svolte e di strappi, da Trotsky ai padroni, passando per la politica e l’associazionismo e l’amministrazione, il tutto condito da un carattere non vanigliato e un’ambizione di monumentale dimensione. E da una straordinaria determinazione che darà filo da torcere, magari con l’ausilio di qualche fortuna di tribuna derivante dalla operazione TeleUnica, tempestiva mossa in vista del voto.

E perché tutto questo sbattimento? Qualcuno dice solo l’impuntatura, qualcuno la ripicca, qualcuno il farsi vedere catalizzatore di voti in attesa di altre elezioni, forse tra le file di partiti nascenti.

Solo Corrado conosce la verità, e sa bene, per dirla con Gramsci, che in politica la verità è una prospettiva, dipende solo come la guardi.

Così come Mauro Gattinoni, al quale il solo nome di Valsecchi ormai procura dermatiti, sa che la scelta di “Corradino faso tuto mi” rende ben più ardua la sua ascesa a Palazzo Bovara. Il fronte del centrosinistra è rotto, e le sole speranze ormai vanno ad un secondo turno dove però Appello alzerà, e non poco, le pretese e i concambi.
A manca, certamente, ma perché no anche a destra…

A proposito di centrodestra. Pare ci siano tutte le condizioni per vincere la contesa elettorale: un vento nazionale favorevole, il centrosinistra spaccato, un diffuso giudizio non brillante sulla amministrazione uscente…eppure: AAA sindaco cercasi. La coalizione, dopo lo choc del no di Nava, sembra brancolare nel buio, incerta tra candidature politiche e scouting nella società civile. Il loro Gianni Letta è al lavoro per chiudere gli ultimi dossier, e tirare le fila del caso.

Ma per ora il pellegrinaggio non ha portato miracoli.

Richeleucc