LETTERA/ACEL E LARIO RETI GAS,
CON LA FUSIONE “BRUCIATI”
33 MILIONI DI € DEI CITTADINI?

Il sostegno alla proposta di legge di riforma della gestione del servizio idrico, di cui a breve inizierà la discussione alla Camera, mi ha distratto dalle vicende locali ma non mi ha disimpegnato. È una proposta di legge di iniziativa popolare, del 2007, promossa dal Forum dei Movimenti per l’Acqua sostenuta da 400mila firme di italiani ma completamente disattesa e ignorata dai Governi e dai Parlamentari che da allora si sono succeduti. Del resto, è normale, la volontà dei cittadini non conta niente, l’abbiamo constatato anche con la volontà popolare espressa da 27milioni di italiani in occasione dei referendum del 2011. Per la politica, anzi per i politicanti, la sovranità popolare è una affermazione effimera priva di ogni significato, secondo loro, i 60milioni di italiani sono una massa di incapaci sottomessi alle loro distorte e dubbie elucubrazioni lontane dalla realtà e dai reali bisogni.

Leggendo qualche giornale, do un’occhiata anche ai giornali finanziari, cosa che faccio raramente perché la finanza non mi piace e ritengo che sia estranea ai problemi della gente, anzi in grossa parte ne è causa, e scopro che la singola azione di ACSM AGAM (la società in cui sono state fuse Acel Service e Lario Reti Gas) vale, oggi, 19-2-2019, 1,735 euro. Un soprassalto! Il giorno della delibera di fusione, 16-05-2018, con la quale i nostri amministratori hanno trasferito Acel Service e Lario Reti Gas, il valore dell’azione era di 2,500 euro.

Praticamente Lario Reti Holding, la società dei cittadini della provincia di Lecco, non dei sindaci dei Comuni, che pure hanno voluto questa operazione, e tantomeno degli amministratori della società, ha trasferito due società ad ACSM-AGAM, controllata da A2A, valutate 110.237.118 euro ricevendo in contropartita azioni che oggi valgono 76.504.560 euro

Cittadini dei Comuni della Provincia di Lecco soci di Lario Reti Holding, avete perso 33.732.558 euro.

Qualcuno tenterà di giustificare il tutto con l’affermazione che sono solo valori di borsa soggetti a variazione per effetto degli andamenti del mercato. No, quello attuale è il valore più alto successivo alla fusione, gli andamenti di mercato non c’entrano nulla. L’indice di settore dei servizi pubblici per il periodo dal 16-05-2018, data della fusione, aumenta del 6,52% mentre il titolo ACSM-AGAM, diminuisce del 29,6% (dati Borsa Italiana); sono state proprio la fusione e l’OPA che hanno determinato la riduzione, è un dato strutturale.

Non è finita. LRH, per l’impostazione data all’operazione, è stata costretta ad acquistare un terzo delle azioni detenute dagli azionisti estranei al “patto parasociale” (OPA) al prezzo fissato di 2,47 euro, questo non è una valutazione ma un esborso di denaro. Praticamente LRH ha acquistato 6.983.830 azioni, o poco meno, nell’ipotesi che non tutti i detentori abbiano aderito alla proposta di acquisto, al prezzo di 2,47 eurp, per un importo complessivo di 17.250.060 euro e un controvalore odierno di 12.116.945 euro ed una ulteriore perdita di 5.133.115 euro. La ulteriore perdita potrebbe essere superiore se, nel frattempo, LRH avesse ceduto parte delle azioni acquistate essendo stato il valore dell’azione, dall’acquisto, quasi sempre inferiore a quello attuale.

Siamo stati tacciati, tutti noi che ci siamo opposti a questa assurda operazione, di essere quelli che dicono sempre no, che sono fuori dalla realtà economica attuale, che sono contrari alla crescita e allo sviluppo del territorio e che soffrono di campanilismo. Se questa, la perdita di quasi 40milioni di euro è la modernità e lo sviluppo, siamo fieri di essere quello che ci hanno descritto.
Sono in curiosa attesa di capire cosa succederà ai bilanci dei Comuni soci considerato che LRH non potrà ignorare queste perdite nel suo bilancio e che il valore dell’azione al 31.12.2018 era inferiore a quello attuale.

Qualcuno dovrà assumersi la propria responsabilità, bisogna smetterla di gestire il bene pubblico, il Bene Comune, con questa leggerezza e superficialità provocando danni che si ripercuotono sui cittadini. Non so se può individuarsi un “danno erariale”, lo chiederò alla Corte dei Conti, se così fosse la responsabilità ricadrebbe su tutti coloro che hanno consentito o non hanno impedito che accadesse.

Se queste riflessioni sono errate, per favore, spiegatecelo, voi, amministratori dei Comuni che avete votato a favore di questa operazione e che siete stati, da noi cittadini, delegati a gestire i nostri Beni Comuni, non gli amministratori della società che non sono stati eletti e non rappresentano nessuno, al massimo rendano conto a voi. Noi siamo i cittadini “minorati” che hanno bisogno delle vostre competenze e capacità.

 

Remo Valsecchi
cittadino