UNA BELLEZZA DA RIAMARE:
LO STRANO CASO DI RAFFAELLO
CON MARCO BONA CASTELLOTTI

Raffaello Marco Bona Castellotti (2)LECCO – Raffaello, l’artista simbolo del Rinascimento italiano, non va riscoperto, va riamato. Così Marco Bona Castellotti, tra i maggiori critici e studiosi dell’arte italiana, ha voluto suggellare l’incontro promosso dal centro culturale Alessandro Manzoni di Lecco e dedicato, con il titolo “Raffaello. Una bellezza per tutti” al maestro di Urbino, spesso relegato in un apprezzamento scontato e incapace di cogliere fino in fondo la potenza e la cura della sua creatività.

Amante delle belle cose (e delle belle donne), del bello classico e della grande arte dei suoi contemporanei, cominciando da Michelangelo e da Leonardo da Vinci, Raffaello passa in tanta opinione comune come il pittore quasi istintivamente capace di opere eccelse, al limite della perfezione formale. Ma, è stato ricordato durante la conferenza, questo giudizio lo ha in qualche modo trasformato nell’artefice di una bellezza astratta, disincarnata e puramente ideale.

Marco Bona Castellotti, passando in rassegna molta della sua produzione artistica, ha voluto invece sottolineare come tre fattori, l’armonia delle sue composizioni, la loro grazia e la “spezzatura”, ovvero la capacità di farle apparire come fatte senza fatica e quasi senza pensarvi, costituiscano la trama su cui viene costruita una bellezza che lascia un segno profondissimo nella storia della cultura ma anche della devozione religiosa privata e popolare.

Raffaello Marco Bona Castellotti (1)La Madonna del Cardellino, piuttosto che la Madonna Sistina o la Madonna della Seggiola, solo per citare tre opere eccelse del maestro urbinate, riescono così ad avere influenze inimmaginabili nei mondi più diversi: segnano intellettuali russi come Florenskij e Dostoevskij, colpiscono nel cuore critici d’arte laici del peso di Ernst Gombrich o letterati come l’americano Henry James, ma soprattutto, attraverso migliaia e migliaia di riproduzioni a stampa diffuse soprattutto nell’Ottocento, entrano a far parte dell’immaginario collettivo popolare.

La serata, grazie all’interessante lettura storica e artistica proposta, ha avuto il pregio di rilanciare l’interesse e la curiosità verso un’artista che non può essere solo ammirato, ma deve essere compreso e riamato per la capacità di proporre una bellezza tutt’altro che puramente ideale e astratta, una bellezza incarnata e capace di commuovere chiunque, al di là delle singole conoscenze ed esperienze culturali, dunque una bellezza davvero per tutti. Al termine tanti applausi per Marco Bona Castellotti, ormai “un grande amico” del centro Manzoni e delle sue proposte culturali, come ha voluto rimarcare il presidente del centro Gianluca Bezzi.