MIGRAZIONI, SOS MÉDITERRANÉE
ALLA ‘CASA SUL POZZO’:
“PER NOI QUALCOSA È CAMBIATO”

casa sul pozzo incontro con il medico antonio romano dell'ong sos mediterranee gente seduta platea pienaLECCO – Martedì sera alla Casa sul Pozzo si è parlato di come lavora l’Ong Sos Méditerranée, anche alla luce dei recentissimi fatti di questi giorni che hanno visto il fermo, da parte della Procura di Catania, della nave di un’altra Ong del Mediterraneo: la spagnola Proactiva Open Arms. L’organizzazione sarebbe stata accusata di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, come dichiara durante la serata in collegamento telefonico Riccardo Gatti capo-missione durante l’intervento che ha portato al fermo della nave.

“Abbiamo soccorso al largo della Libia – dichiara Gatti – un’imbarcazione di migranti che pescava acqua da poppa. Durante le operazioni di salvataggio ci ha raggiunti la guardia costiera libica, intimandoci di consegnare loro le persone, altrimenti avrebbero aperto il fuoco sui migranti. Dopo due ore di resistenza ci hanno lasciati partire alla volta di un porto sicuro: falliti diversi tentativi con Malta, siamo dovuti andare in Italia, dove all’arrivo, dopo una serie di interrogatori, la nostra nave è stata dichiarata in stato di fermo in attesa di provvedimenti della Procura. È stata una doccia fredda, mai ci saremmo immaginati da luglio 2016 di trovarci in un simile panorama, ma va rilevato che qualcosa è cambiato: nell’ultimo anno è aumentato il livello di violenza contro le Ong“.

antonio romano medico sos mediterranee casa sul pozzo ong 2Dopo tale avvenimento, l’unica Ong operante nel nostro mare è Sos Méditerranée, organizzazione nata in Germania nel 2015, poi in Francia e dal febbraio 2016, per volere del medico palermitano Antonio Romano, anche in Italia. “La nostra nave – spiega Romano al pubblico presente alla serata promossa da Qui Lecco Libera e padre Angelo Cupini – ha delle caratteristiche peculiari rispetto a quelle delle altre organizzazioni: è grande, lunga 77 metri, capace di ospitare sotto coperta fino a mille persone, ma soprattutto ha una terapia intensiva a bordo, con personale medico, e otto letti per la degenza; era infatti una nave di soccorso per i pescatori del Mar Baltico”.

nave aquarius di sos mediterranee ongAnche il medico è concorde con Gatti: da un anno a questa parte le cose sono cambiate, rilevando un vero e proprio “attacco contro le Ong”. Per non parlare del calo dei fondi: “Fino all’anno scorso la Germania ci dava quattro milioni di euro, la Francia altri quattro, due e mezzo da Medici Senza Frontiere Olanda e 750mila euro dall’Italia. Per quest’anno i fondi sono quasi dimezzati, e la nostra nave Aquarius costa 14mila euro al giorno“.

incontro sos mediterranee casa sul pozzo gente plateaRomano fa chiarezza anche sull’Europa: “Secondo gli accordi siglati a Dublino nel 2013, tutti i migranti dovevano essere gestiti dall’Italia, perché l’Italia pensava fosse conveniente, non perché l’Europa non li voleva”. Da allora è un problema prevalentemente italiano. Quindi la vicenda sotto lo sguardo del ministro Minniti: “Un suo merito indubbio – prosegue Romano – è stato quello di costringere l’Europa ad affrontare alcuni argomenti”. Per il resto il medico osserva che con il nuovo Codice Minniti le cose non sono cambiate: “La procedura è rimasta identica , con l’unica differenza che nel frattempo abbiamo perso nove Ong, per cui siamo rimasti in tre: noi di Sos Méditerranée, la spagnola Proactiva e la tedesca Sea Eye”.

La soluzione esiste? Secondo il medico sì: “Basterebbe che l’Europa decidesse di parlarne e stabilisse delle quote di accoglimento per ogni Paese con viaggi sicuri e con permessi di soggiorno umanitari. Finché si fa finta che l’immigrazione è un fenomeno temporaneo e di emergenza non si risolve nulla. La Comunità di Sant’Egidio si è mossa bene con i Corridoi umanitari: ma questo lo dovrebbe fare anche l’Europa, se vuole veramente interrompere questa macellazione umana”.

Alessandro Tonini