MAGNI: IN CONSIGLIO UNA CHIARA
VITTORIA DELLA DEMOCRAZIA
(ANCHE SE PASSA LA FUSIONE)

Molta confusione ieri sera in Consiglio Comunale. Eppure con una  netta schiarita. Dopo un’ora di attesa per il numerosissimo pubblico che aveva accolto l’appello dei Comitati ad essere presenti in Consiglio, il Presidente dello stesso, il sig. Gualzetti, rimangiandosi precedenti decisioni ha dichiarato che la seduta del Consiglio Comunale sul punto 5) di approvazione del progetto di aggregazione delle società partecipate da Lario Reti Holding spa. era pubblica. Una chiara ammissione d’errore e di vittoria dei Comitati. Dovuta probabilmente alla concomitanza di un folto pubblico. (Da sgomberare a forza a fronte di una molto probabile resistenza passiva e attivamente non violenta) e di numerose renitenze tra i Consiglieri a sottoscrivere un “patto di riservatezza”.

La confusione poi è da individuarsi in un poco chiaro intreccio tra ragioni pubbliche e private. Un pericolosissimo vulnus alla democrazia. Una mannaia e un precedente mortale e non redimibile quello di dichiarare una seduta del consiglio in forma chiusa, senza pubblico. ( e di limitare le inviolabili prerogative dei consiglieri). Chiedendo loro una triennale autolimitazione  alla segretezza. Non dovuta. Perché una  eventuale violazione di un molto ipotetico reato o di una altrettanta ipotetica illegittimità amministrativa è intimamente connessa alla libertà individuale del singolo, in quanto tale, sia esso consigliere che comune cittadino.

Quindi è stato ben grave e servile la sottoscrizione da parte di una sezione dei consiglieri comunali (certamente quelli del Pd e della maggioranza) di un “patto” di riservatezza” che in quanto tale non vincola nessuno.

E che l’esoterismo di quelle norme segrete fosse evidente lo si è visto poi durante il dibattito. Nessuno le ha invocate né richiamate. Né dalla maggioranza né soprattutto dalla libera opposizione.

Né il Presidente del Consiglio ha evidenziato qualche violazione. Ammesso che padroneggiasse la materia.

Dopo di ché il dibattito è proceduto ancora nella confusione. Se è un dato assodato che  le imprese che producono (vendono Gas ed Energia) operano per legge in un regime privatistico. (seppure di monopolio sostanzialmente), è altrettanto evidente che molte sono le scelte per “stare e svilupparsi sul mercato”. E probabilmente quella decisione  è la meno opportuna ed efficiente. Difficile togliersi dalla testa che quella scelta sia stata precostituita e che successivamente, solo a posteriori e  a cose fatte si siano cercate le pezze giustificative.

magni sandroAlessandro Magni

Ex consigliere comunale
Lecco