LECCO/INSULTATA E AGGREDITA
PERCHÉ INDOSSA IL VELO.
MAMMA E ITALIANA, A LECCONEWS:
“MI SONO SENTITA STRANIERA”

hijab-veloLECCO – Un grave episodio di razzismo quello successo ieri al Bennet del Centro commerciale Meridiana di Lecco. N., una giovane donna, 30 anni, italiana e residente a Lecco da un anno col marito medico e la figlia di pochi mesi, è stata insultata gratuitamente da un signore sulla cinquantina che l’ha aggredita dicendo: “Ma togliamolo questo straccetto!”, riferendosi all’hijab che la donna indossava.

Senza alcun rispetto della donna, e nemmeno intimorito dalla presenza della bimba piccola che si trovava con lei, ha continuato con un dito medio, raggiungendo poi l’apice della minaccia fisica: “Tu sei fortunata che non ti ho messo ancora le mani addosso”. Tutto questo senza che nessuno dei passanti intervenisse in alcun modo.

E poi c’è la triste piazza di Facebook: “Tornatene al tuo paese!”. Ma N. ci è già nel su paese… “Forse tu l’hai provocato”. No, è solo becero razzismo. Nell’attuale contesto in cui politici, locali e nazionali, di destra e di sinistra, soffiano sulla brace e invitano candidamente alla discriminazione, alla guerra, alla minaccia, viene da chiedersi – come fa N. – “e quindi? Dobbiamo aspettare che succedano altre cose prima di intervenire?”.

Le va di raccontarci un po’ nei dettagli cosa è successo?

Certo, ieri ero andata al supermercato e mentre mi dirigevo verso le casse c’era un signore che, passandomi vicino, in un modo molto arrogante – ma con una rabbia che non so da dove gli sia saltata fuori – mi ha detto, anche con un tono di voce alta: “Ma togliamolo questo straccetto!” E poi ha continuato, camminando, a borbottare ancora – non so cosa stesse dicendo – perché poi allontanandomi non ho sentito. Quando senti certe cose, tu in quel momento pensi: “Aspetta…ma ho sentito bene?” Dubiti anche del tuo udito, no? Mi sono girata e l’ho guardato e lui ancora mi osservava con aria di sfida, con un odio… Continuava a parlare, ma non capivo cosa stesse dicendo. Poi in quel momento, sinceramente, gli ho detto:“Vada a quel paese” e lui ha alzato il dito medio, col braccio teso in alto, incurante dei passanti, delle persone che lo guardavano, del fatto che ci fosse una bambina di un anno con me. Quindi proprio con la massima maleducazione.

Molto aggressivo anche…

Sì sì… A me non è la prima volta che succede una cosa del genere. Non è la prima volta che mi capita di sentire una battutaccia o un commento.

Sempre qui a Lecco?

Sì a Lecco… Io ho girato tutta l’Italia e ne ho sentite di tutti i colori, non è la prima volta. Anche solo un paio di giorni fa mentre passeggiavo verso il lago, una macchina con dentro dei ragazzini, con i finestrini aperti, passandomi vicino mi fa: “Allahu akbar”. Io a volte ci rido anche, nel senso che mi rendo conto che, a causa degli avvenimenti che succedono in questo periodo nel mondo, magari una persona può essere additata… anche se comunque non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio. Poi soprattutto quando sono ragazzini, uno dice:”Vabè son dei ragazzini, dicono questo come dicono tante altre cose”. Però da un uomo sulla cinquantina, un uomo che, appunto, dovrebbe essere un padre di famiglia e che io potrei essere sua figlia… Non ha rispettato né me né la bambina. Comunque io ci sono passata sopra. Nel senso che inizialmente non ho reagito più di tanto e ho continuato sul mio percorso andando verso le casse.

Le persone che erano lì come hanno reagito? Non sono intervenute?

No, no. Tutti lì che guardavano, tutti che hanno ascoltato, ma nessuno è intervenuto. Vabè, diciamo che in questo primo momento in cui ci siamo incontrati non ce n’erano neanche tanti. Eravamo verso le casse, però non c’era tanta gente, anche per l’orario. Poi quando sono andata alla cassa, ho pagato, stavo uscendo e l’ho ribeccato. Lui veniva dalla parte opposta e ancora, appena mi ha vista, ha iniziato di nuovo. Non capivo cosa stesse dicendo, perché appunto era lontano, però mi ha subito intravista e quando si è avvicinato io gli ho detto: “Lei è un grande maleducato”. Tra l’altro io, per educazione, anche davanti a un imbecille del genere, mi sono rivolta a lui dandogli del lei, ma forse ho sbagliato… Lui comunque ha risposto: “Tu sei fortunata che non ti ho messo ancora le mani addosso“.

È gravissimo. Ma in quel momento era lì da sola?

Sì, ero sola con la bimba. Ma eravamo nella parte davanti alle casse e c’erano un sacco di passanti. Tutti hanno sentito, alcuni si sono anche fermati a guardare, perché poi il suo tono di voce era alto, oltre che arrogante, ma nessuno si è degnato di intervenire o dire: “ma come ti permetti di rivolgerti a una persona, a una donna, davanti a una bambina, in questo modo?”.

Quindi anche di fronte a una minaccia fisica nessuna reazione?

No, esatto! Io in quel momento mi sono chiesta: “Se fossi stata da sola, in un posto isolato, senza testimoni… che cosa avrebbe potuto fare? Non è corretto, non è giusto e non c’è niente che gli dia il diritto di fare una cosa del genere. Ci sono state persone che su Facebook hanno scritto: “Eh ma chissà se l’hai provocato”. Allora, innanzitutto, non lo conosco e non ho motivo di provocare nessuno, ma ammesso e non concesso che magari abbia potuto fare io qualcosa – e non è stato così – questo non gli dà il diritto di minacciarmi. Ma stiamo scherzando?

No assolutamente.

Poi ci sono stati commenti di persone che davvero mi conoscono, sanno chi sono e hanno risposto loro ai commenti di chi dubitava. Però, ecco, in quel momento sono rimasta veramente scioccata, sia dalla dinamica in sé, ma anche dai passanti. Io sono italiana e mi sono sentita straniera. Quello sfogo che io ho fatto su Facebook non era tanto per me perché, comunque sia, a me è andata bene. È finita lì. Ma magari al mio posto ci poteva essere una persona che non era neanche in grado di rispondere e quindi? O magari, come dicevo prima, sarebbe potuto accadere in un altro momento. Dobbiamo aspettare che succedano altre cose prima di intervenire?

Nel post su Facebook scrive, giustamente, che provvederà a rintracciare e denunciare l’uomo? L’ha già fatto? O ha intenzione di farlo?

Ho intenzione di farlo. Non l’ho ancora fatto perché sinceramente ieri sono rimasta talmente sotto shock che sono tornata a casa e non sono più uscita. Sono rimasta tutto il tempo a pensare a cosa sarebbe potuto succedere e in più anche a quei commenti ridicoli tipo: “tornatene al tuo paese”. Non me l’aspettavo. Infatti a un certo punto ho disattivato i commenti perché leggere certe cose fa male.

Il mio post era diretto a lui, perché speravo di rintracciarlo, anzi gli volevo dare – tra virgolette –l’occasione di scusarsi, di farsi avanti e di rendersi conto dell’errore che ha fatto. Se era nel gruppo, se qualcuno lo conosceva… insomma in qualche modo, visto che comunque, lui, da vigliacco, dopo avermi minacciato poi non si è più fatto vedere. Io poi ho fatto il giro con  la guardia ma non l’abbiamo più trovato.

Un’ultima domanda: la sua famiglia si è trasferita a Lecco da un anno, prima vivevate a Bergamo. Come si trova qui?

Io mi trovo benissimo, anzi. Mio marito fa il medico qui a Lecco e potrebbe essere di nuovo trasferito a Bergamo, dove stavamo prima, oppure in un altro posto. Per questo gli dico: “No restiamo, io sto bene a Lecco. Mi piace Lecco. È proprio l’ideale di città che m’immagino: non è caotica ma c’è tutto. Io mi trovo benissimo e di questi episodi, sinceramente, ne ho vissuti anche altrove. Però arrivare addirittura alla minaccia… questo no.

C. S.