VALMADRERA – Pubblichiamo integralmente la nota di Silea dopo la notizia che per l’ANAC – l’Autorità nazionale anticorruzione – il presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda lecchese Mauro Colombo sarebbe “inconferibile”.
“Il Consiglio di Amministrazione di SILEA SpA, nel prendere atto della delibera dell’ANAC n. 569 del 31 maggio us pervenuta in data 21 giugno, relativa alla “segnalazione avente ad oggetto la violazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39 con particolare riferimento agli incarichi di Amministratore e di Presidente del consiglio di amministrazione di SILEA SpA”, rileva come:
1) rispetto alla segnalazione avanzata nei confronti del Presidente Mauro Colombo, l’Autorità ritiene che la successione delle cariche ricoperte all’interno di SILEA SpA “non integri una causa di inconferibilità” nei suoi confronti, “trattandosi di un’ipotesi di sostanziale continuità fra le funzioni svolte dallo stesso all’interno del medesimo ente”; in altri termini nulla si eccepisce sul fatto che Mauro Colombo potesse essere nominato Presidente di SILEA SpA dopo esserne stato Amministratore unico
2) rispetto alla segnalazione avanzata nei confronti del Consigliere ing. Giuseppe Anghileri, l’Autorità ritiene “di deliberare l’archiviazione per mancata violazione delle disposizioni del d.lgs. 39/2013”.
Tali decisioni costituiscono, a parere del Consiglio di Amministrazione di SILEA SpA, un primo fondamentale elemento di chiarezza, che mette in evidenza l’assoluta liceità e validità in primo luogo dei provvedimenti assunti dall’Amministratore Unico nel periodo 2010/2016 e dall’altro dei provvedimenti assunti dall’attuale Consiglio di Amministrazione all’unanimità. Infatti dalla semplice lettura del provvedimento appare evidente come la delibera di ANAC riguardi esclusivamente il conferimento delle deleghe gestionali dirette avvenute conseguentemente alla nomina a Presidente di Consiglio di Amministrazione di SILEA SpA e non alla semplice carica di Presidente; deleghe peraltro limitate ad alcuni particolari provvedimenti ed entro taluni limiti di importo, puntualmente rendicontati al Consiglio di Amministrazione. Tutte le decisioni relative agli investimenti della Società e alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti, oltre ad ottenere l’autorizzazione dell’Assemblea, sono state assunte dal Consiglio di Amministrazione, sempre all’unanimità.
Ciò detto, relativamente alle motivazioni addotte da ANAC circa la presunta violazione da parte di Colombo dell’art. 7 del decreto 39/2013, che si sarebbe concretizzata nel momento in cui lo stesso, “dopo aver concluso l’incarico di presidente di un altro ente di diritto privato in controllo pubblico (Seruso SpA), è stato nominato, dopo pochi giorni, quale Presidente di SILEA SpA”, il Consiglio di Amministrazione, nel rilevare, come già sottolineato, che esistono numerose ragioni che non contraddicono tale nomina di cui ANAC non ha al momento tenuto conto (per esempio l’obbligo di “direzione e coordinamento” da parte di SILEA nei confronti della controllata Seruso), annuncia che il Responsabile della prevenzione della corruzione della Società avvierà, in piena autonomia e nell’ambito delle sue prerogative, l’istruttoria al termine della quale saranno adottati gli eventuali provvedimenti che saranno ritenuti necessari nel rispetto della normativa applicabile alla materia.
Il Consiglio di Amministrazione, in condivisione con l’Assemblea di Coordinamento Intercomunale, monitorerà costantemente e passo dopo passo l’evolversi della situazione.
Quanto alle dichiarazioni espresse dal Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero attraverso la sua presidente Barbara Nasatti, nell’evidenziare come due assunti su tre della “segnalazione” avanzata all’ANAC siano stati preventivamente cassati, non ravvede alcun “nuovo durissimo colpo” inferto all’attività di SILEA, invita la stessa Nasatti, ad astenersi da improvvide prese di posizione quali quelle sin qui espresse, che per le evidenti e fuori luogo forzature presenti nuocciono all’immagine e al prestigio di SILEA SpA e, in quanto tali, potranno essere utilizzate, se ritenuto opportuno dal Consiglio di Amministrazione, anche in sede giudiziaria, a tutela della Società stessa”.