IL DOMENICALE DI R. B.
IL SINDACO E MARGHERITA

 

AIROLDI-E-MARGHERITA

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare.
Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno.
Parla ai giovani in una lingua che comprendono.
Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione.
(Nelson Mandela)

 

Caro Sindaco, Amico mio,

elisoccorso biandino nevesì, proprio tu che sali e scendi dalle montagne e qualche volta ti inabissi nelle profondità del mare: lasciami dire che sono felice che tu stia uscendo bene dall’ultima disavventura, davvero, e lo sai.

Sabato scorso avevo sentito l’elicottero; memore di un’altra volta, nebbia infame, ho pensato a te, con il sorriso, senza malizie, così, senza pensarci su. Ed ho scoperto che non sono stato il solo.

Poi il giorno dopo ti ho chiamato e mi hai spiegato. Mi è rimasta in mente la tua descrizione della discesa dal Pizzo. “Tecnicamente perfetta”, sono parole tue.

Già. “Tecnicamente perfetta”.

Ma poi.

Poi ho cominciato a pensare che la montagna chiede sempre un dazio e, soprattutto, attenzione e rispetto; non che tu non ne abbia nei suoi confronti, anzi, sei il primo, però se un esperto cade in trappola, allora è giusto ribadire il concetto perché di questi tempi abbiamo sentito spesso cronache di cascate che crollano e di valanghe che sommergono. E presto sarà il tempo di quelli che scivolano perché ai piedi hanno scarpe a malapena adatte all’asfalto.

Penso tu sarai d’accordo se affermo che non bisogna distrarsi mai; poi, per chi ci crede, c’è il destino, ma questa è un’altra storia e nessuno è mai riuscito a raccontarla fino in fondo.

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Non c’entra nulla, ma la tua vicenda, caro Amico, mi ha fatto pensare anche ad altro. E, precisamente, all’esasperazione che vedo crescere tutt’attorno, e so che diventerò facile bersaglio di un agguerrito battaglione di “sportivi” (o, azzardo e sentirò le mie, presunti tali).

Ma poco importa: in questo spazio domenicale, gentilmente concesso non so fino a quando, si respira aria di verità, per cui non mi nascondo se penso, a torto o a ragione, che in certi casi non si stia facendo “sport” ma qualcos’altro che mi vien difficile definire in quanto più attinente al cervello che ai muscoli e al cuore.

Forse, caro Sindaco, dico così perché non ho il fisico, la voglia, il tempo o l’età (non necessariamente combinati in quest’ordine), e quindi voglio trovare una giustificazione del tutto personale sul fatto che preferisco, quando vago sui sentieri delle nostre splendide montagne, fermarmi ogni tanto a respirare il vento e a bagnare gli occhi nell’orizzonte.

Cerco di capire chi mi passa vicino sputando sangue e sudore, ma proprio non ci riesco; no, non capisco il gusto di stare attenti solo ai propri passi e non anche a quelli della natura.

Ma, soprattutto, come ho scritto qualche riga sopra, non so se questo sia “sport” o qualcos’altro.

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Lo Sport, caro Amico Sindaco, l’ho forse incontrato martedì scorso a Lecco in Canottieri nel Club che entrambi con entusiasmo frequentiamo, ed aveva un bellissimo nome.

margherita-Abbattangelo_massimo-magnocavallo_panathlon_marzo2017_07Margherita.

Difficile da spiegare, complicato da comunicare, ostico da comprendere. Margherita ha lasciato un segno e non è quello della sua sindrome rara.

Assieme alla sua guida è salita in cattedra e insegnato a tutti, in dieci minuti di una intensità commovente, alcuni indispensabili principi di sport e di vita.

Ricordate domenica scorsa? “E su questa palla aspettiamo una nuova stagione, per poi viverne un’altra, e un’altra, e un’altra ancora. Nel miglior modo possibile”. Bene, il miglior modo possibile si è chiaramente manifestato nelle parole e nei gesti di una ragazza che è stata capace di conquistare sé stessa prima ancora dello Stretto di Messina, poi attraversato a nuoto e che un domani non lontano salirà sul Kilimangiaro.

Lo “Sport”, cari amici della domenica (e di tutti gli altri giorni della settimana), penso proprio di vederlo anche questa mattina a Cortenova, dove seicento ragazzi, molti dei quali venuti da provincie lontane, si sfideranno correndo su un bel prato.

Di questo come di altri mille simili eventi classificati “minori”, ne parleranno pochi addetti ai lavori: non si guadagna (e soprattutto non si fa guadagnare) nulla alzandosi la mattina all’alba per andare a sporcarsi di erba e fango in Valsassina o altrove; i guadagni sono da un’altra parte, lontano, e ti prendono in giro tutte le volte che accendi la televisione.

Poi, magari, chiedi un piccolo contributo per far funzionare bene le cose, per comprare qualche tuta nuova, delle magliette, poca roba, mica milioni, e non riesci a prendere niente perché i soldi sono pochi, le società tante, e tu, piccolo paese sotto la Grigna sei trattato come le grandi periferie della metropoli in una partita persa in partenza.

Perché sembra non ci sia differenza nell’educare attraverso lo sport tra Milano e Cortenova (o qualsiasi altro paese di montagna), ma tutti noi sappiamo bene che non è così.

Però noi continuiamo a stare al gioco, chi da più anni, chi da meno, con entusiasmo, passione e amore verso le nuove generazioni.

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Adriano e RiccardoConcludo, caro Amico Sindaco, augurandoti di tornare presto in piena forma e ringraziandoti per aver seppure involontariamente originato queste riflessioni.

Magari non saranno “tecnicamente perfette”, ma sarei contento se potessero essere utili a qualcuno.
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Buona domenica.

BENEDETTI TESTINA
Riccardo

Benedetti

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