LECCO/PREZZI AL CONSUMO:
AUMENTANO ALCOL E TRASPORTI,
+50% PER ZUCCHINE E FINOCCHI

prezzi al conusmo spesa

LECCO – Prezzi in aumento a Lecco: entrambe le variazioni dell’inflazione (annuale e mensile) con segno positivo, rispettivamente +0,6%+0,3%.

Nel mese di gennaio a livello locale le variazioni dei prezzi registrano entrambe valori con segno più che interrompono la lunga serie a segni alterni o addirittura entrambe negative; occorre risalire, infatti, a dicembre 2015 (esattamente 13 mesi fa) quando entrambi gli indici registravano un modesto valore di +0,1.

La variazione tendenziale/annuale è decisamente in ripresa rispetto a quella registrata nel mese di dicembre (variazione nulla) nonché rispetto a quella registrata nel gennaio 2016, quando la variazione annuale si attestava a +0,2%.
La variazione rispetto al mese precedente (congiunturale), , diminuisce di un decimo di punto rispetto a quella di dicembre 2016 (+0,4%), ma rende più incisivo il cambio di rotta della dinamica dei prezzi, in quanto – come si è detto-  conferma il segno più dopo una serie di variazioni in contrazione  (a gennaio dell’anno scorso la variazione congiunturale era addirittura -0,3%). Anche a livello nazionale la situazione appare più orientata al rialzo dei prezzi, in quanto le variazioni annuale e mensile registrate sono rispettivamente dello 1% e dello 0,3% e sono decisamente più contenute rispetto al dato locale.

Di seguito, a cura dell’Ufficio Statistica del Comune di Lecco, una breve sintesi delle principali variazioni per tipologia di prodotto registrate a gennaio 2017 e il confronto a livello nazionale e/o provinciale.

L’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) di Lecco a gennaio 2017 (base anno 2015=100) è pari a 100,2 e pertanto indica che i prezzi da dicembre 2015 sono cresciuti di 2 decimi di punto, valori bassi che confermano una stabilità complessiva dei prezzi. A livello nazionale si registra una modestissima crescita; l’indice si attesta infatti a: 100,6 .

prezzi al consumo
Clicca sulla tabella per leggerla al meglio

L’analisi sull’andamento dei prezzi delle città, che partecipano alla rilevazione dei prezzi al consumo e che diffondono il dato provvisorio (38 città), evidenzia valori della variazione annuale di segno più per tutte le città con la sola eccezione di Vicenza (-0,3%), 14 sono leggermente inferiore all’1%. Le restanti città (circa la metà) hanno variazioni comprese tra il +1,1% e il +1,5% e solo Bolzano e Trieste superano quota 2 punti .
Anche la situazione delle variazioni mensili mostra una sola città con valore negativo (Cagliari -0.2%). Tutte le città registrano valori in rialzo rispetto alla situazione dei mesi scorsi e la città con la più alta variazione è Bari con +0,8% . Le città lombarde mostrano le variazioni minori, di quest’ultime Milano è quella che segna il dato in aumento più consistente (+0,4%).

La disaggregazione delle variazioni locali per tipologia di prodotto mette in evidenza il differente andamento dei Beni rispetto a quello dei Servizi e per certi versi il cambiamento di rotta di alcune variazioni rispetto a quelle registrate a dicembre e a gennaio dello scorso anno.
I prezzi dei beni sono in aumento sia a livello annuale che mensile (+ 1% è il dato di entrambe le variazioni) mentre i servizi registrano un lieve aumento dei prezzi rispetto al gennaio 2016 (+0,2%) e una contrazione non indifferente rispetto al mese di dicembre (-0,4%). Se analizziamo le stesse variazioni di un anno fa, abbiamo invece una situazione decisamente diversa: beni in calo sia rispetto al mese precedente che rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e servizi con valori spostati verso il segno più.

prezzi al consumo 2
Clicca sulla tabella per leggerla al meglio

Un’ulteriore classificazione dei beni mostra i seguenti aspetti:
– L’altrettanta consistente variazione annuale (+2,1%) dei beni alimentari, la stessa variazione a gennaio 2016 si attestava a -0,1% e a dicembre 2016 a -0,4%. Nel corso del 2016 sono 9 i mesi di variazione negativa.
– Il forte aumento congiunturale dei prezzi dei Beni alimentari (+2%) (nulla a dicembre 2016) è da attribuire principalmente alla forte variazione sia dei prodotti ortofrutticoli (vegetali + 13,5%; frutta +3,5%) che hanno risentito dei noti avversi fattori climatici (oltre l’80% dei prodotti ha registrato variazioni in aumento), sia dei freschi in generale . Ben diversa era la situazione a gennaio del 2016 con una variazione negativa di 5 decimi di punto e prodotti ortofrutticoli principalmente in diminuzione (frutta-3,4%, vegetali -2,7%).

– Il cambio di direzione dei Beni energetici che passa al +3,6% dal -2,3% di dicembre 2016 e che ha registrato nel corso dell’anno appena passato, per ben sei mesi, variazioni negative anche di oltre 7 punti. Anche a livello mensile la variazione è positiva e pari al 3%. Le variazioni (annuale e mensile) medie nazionali sono entrambe di segno più ma il valore è decisamente più contenuto (2,7% e 2,2% rispettivamente);

– Il lieve incremento dei prezzi dei Tabacchi rispetto al mese di dicembre 2016. Con questa variazione si conferma la progressiva, se pur lenta, crescita mensile. Ancora alta, di conseguenza, la variazione a livello annuale (+2,9%);

– La stabilità dei prezzi degli Altri beni (variazione mensile nulla) che invece a livello annuale si risulta un fenomeno in flessione (-0,4%), quest’ultimo valore, a livello nazionale, evidenzia una certa stabilità dei prezzi.

La variazione mensile della Componente di fondo, cioè l’indice generale al netto degli energetici e alimentari freschi (core inflaction) è di segno meno (-0,2%) e continua a far registrare valori alterni (a dicembre era +0,4% e il segno positivo è stato presente per la maggior parte dei mesi dell’anno).La variazione annuale è nulla, anch’essa in calo rispetto a quella registrata nei mesi precedenti.A livello nazionale le variazioni in analisi mostrano una minore contrazione a livello mensile (-0,1%), ma un dato annuale decisamente superiore (+0,5%).

prezzi al consumo 4
Clicca sulla tabella per leggerla al meglio

La misura dell’inflazione locale, secondo la frequenza d’acquisto dei beni e servizi presenti nel paniere, può essere così rappresentata:
– Il valore decisamente in aumento della variazione mensile dei prodotti/servizi ad alta frequenza di acquisto (+1.2%) e che registra valori positivi ormai da ottobre 2016, invertendo la dinamica media precedente. Anche la variazione annuale è positiva e si attesta a 2 punti percentuali, a differenza dei valori minimi o addirittura negativi registrati lo scorso anno.
La variazione mensile a livello nazionale è leggermente più bassa e quella annuale più alta (+0,9%; + 2,2% rispettivamente). Come dice il nome dell’aggregato, rispondono a questa classificazione i beni di largo consumo o utilizzo, quali alimentari, bevande, tabacchi, spese per l’affitto, per la pulizia e manutenzione in generale della casa, i carburanti i trasporti;

– La variazione negativa (-0,1%), sia a livello congiunturale che tendenziale dei prodotti a media frequenza che a dicembre corrispondeva rispettivamente a +0,6% e -0,3%. Si collocano in questo aggregato le spese per abbigliamento, le tariffe (elettricità, acqua e raccolta rifiuti), i trasporti, i medicinali e i servizi medici e dentistici, i beni legati alla cultura, alla ricreazione e alle vacanze;

prezzi al consumo 5– Il continuo altalenare della variazione mensile dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto (-0,1% quella attuale, era +0,2% a dicembre 2016). La conferma del calo iniziato a novembre 2016 del valore annuale (-0,4%) decisamente differente era il valore registrato a gennaio 2016 pari a + 1,2%. Rientrano in questo gruppo gli elettrodomestici, i servizi ospedalieri, l’acquisto dei mezzi di trasporto, gli apparecchi tecnologici in generale.
Di seguito alcune tabelle sulle variazioni degli indici dei prezzi al consumo, registrate nel territorio locale, con riferimento al mese di gennaio 2017.

Questi gli aggregati di prodotto, a rilevazione locale e non centralizzata, che hanno avuto le maggiori variazioni in aumento e quelli che hanno registrato le maggiori diminuzioni di prezzo rispetto al mese di dicembre 2016:

I peggiori tre (ortofrutta + ittici)
Zucchine +50,9%
Finocchi +47,3%
Melanzane +45,3%

I migliori tre (ortofrutta + ittici)
Clementine -6,7%
Carciofi -5,1%
Patate -5,1%

I peggiori tre
Altri prodotti per animali dom + 6,2%
Gasolio per riscaldamento + 4,8%
Pasta fresca + 3,8%

I migliori tre
Preparati di pasta -4,2%
Biciclette -2,8%
Birre a basso cont. alc.e non -2,6%

prezzi al consumo 3
Clicca sulla tabella per leggerla al meglio

Nel mese di gennaio 2017 le divisioni di spesa che hanno registrato le maggiori variazioni tendenziali e, pertanto rispetto a gennaio 2016, sono: Trasporti (+3%), seguita da Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,5%) e Bevande alcoliche e tabacchi (+1%). Solo 4 divisioni hanno presentato segno meno e più precisamente Comunicazioni (-3,9%), Istruzione (-1,5%), Abitazione acqua elettricità e combustibili (-1,2%) e Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,5%).

A livello congiunturale, cioè rispetto a dicembre 2016, le divisioni con le maggiori variazioni sono: Alimentari e bevande analcoliche (+2,2%) Abitazione, acqua elettricità e combustibili (+0,9%) . Seguono Servizi sanitari e spese per la salute (+0,2%) e con valori prossimi al decimo di punto o addirittura nulli Bevande alcoliche e tabacchi; Abbigliamento e calzature, e Servizi ricettivi e di ristorazione (entrambe +0,1%) e Mobili, articoli e servizi per la casa, Istruzione e Altri beni e servizi (variazione nulla). Segno meno per le altre divisioni Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,5%), Trasporti e Comunicazioni (-0,2%) legate soprattutto a fattori stagionali.