CYBERBULLISMO: DAL SENATO
VIA LIBERA ALLA LEGGE.
APPROVAZIONE QUASI UNANIME

senato repubblicaROMA – Il 2 febbraio il Senato ha approvato, praticamente all’unanimità, il disegno di legge che punta a contrastare il fenomeno del cyberbullismo, ovvero del bullismo tramite internet. Il provvedimento dovrà tornare alla Camera per la quarta lettura e la sua approvazione. La prima firmataria e relatrice è l’onorevole Elena Ferrara del Partito Democratico.

Il disegno di legge contiene azioni per la tutela dei minorenni, oltre che misure di prevenzione e di educazione nelle scuole sia per le vittime, sia per i “bulli”. Tra le novità: la definizione del fenomeno e la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia) di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della cyberaggressione. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.

cyberbullismoIl ddl istituisce, tra l’altro, un tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano Integrato contro il bullismo via web. Stabilisce la procedura di ammonimento come nella legge anti-stalking: il “bullo” over 14 sarà convocato dal Questore insieme a mamma o papà e gli effetti dell’ammonimento cesseranno solo una volta maggiorenne. Ogni scuola dovrà individuare tra i professori un addetto al contrasto e alla prevenzione del cyberbullismo che potrà avvalersi della collaborazione delle Forze di Polizia.

“Finalmente si affronta in modo deciso un fenomeno spesso sottostimato”, commenta il ministro Valeria Fedeli. Nonostante l’apprezzamento bipartisan (hanno votato sì anche i senatori del M5S) , non votano il ddl i senatori di Idea, Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello. Per loro, con il ddl “si vuole imporre la teoria gender nelle scuole”.

Nel nuovo documento spariscono i riferimenti generici che alla Camera avevano reso il ddl un testo non più specifico per i più piccoli. Secondo i critici di allora, tra cui Ferrara e il M5S, le modifiche avrebbero stimolato la censura senza tutelare i giovani: chiunque avrebbe potuto chiedere la rimozione di un contenuto in rete sentendosi offeso. Associazioni e social network hanno spinto perché il testo tornasse all’antico, come proponevano Ferrara e Paolo Picchio. “La legge votata alla Camera era senza senso” dice il padre di Carolina, suicida nel gennaio 2013 per un caso di cyberbullismo . “Bisogna concentrarsi sui minori perché sono indifesi”.

Come scritto nel testo, per cyberbullismo s’intende “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

Alberto Zicchiero

Psicologo
Iscrizione Opl n. 03/17337