SCANDALO BIONE/SANDRO MAGNI:
“LA BUROCRAZIA RECITA LA PARTE
AFFIDATALE DEL SINDACO”

magni sandroLECCO – E’ proprio un gran bel pasticcio, anzi un “pasticciaccio”. Facile, e come non potrebbe essere così, dire che il Bione deve rimanere aperto; che un servizio fondamentale per i cittadini, le società sportive, gli sportivi tutti non può chiudere. Il problema è capire perché si è arrivati in questa situazione. Perché a prescindere da chi chiede le elezioni, anche le parti in causa si fanno paladine del Bione e della cittadinanza. E ci riescono a farsi passare loro, da carnefici a vittime. Avendo tutti individuato il nemico: la burocrazia comunale.

E allora tocca ripassare i fondamentali, per dire che i burocrati sono dei dipendenti pubblici e in quanto tali costituiscono una particolare categoria che da sempre, ben prima delle Bassanini ha una relativa possibilità di rendersi autonoma e di perseguire propri fini; i partiti che hanno la maggioranza cambiano, la burocrazia rimane. Sostituite Sindaci a partiti e la cosa si fa anche più realista.

E tuttavia può capitare come nel caso delle Bassanini, che, con il metodo dello spoils’ sistem qualsiasi spazio di autonomia venga sottratto. Si crea una burocrazia di serie A (i dirigenti di nomina ad nutum) e una burocrazia di serie B fondamentale ma che non conta nulla. E che, come a Lecco, è già stata sacrificata. L’unica possibilità è l’uscita dal sistema. Andarsene insomma. Nei casi migliori, e più fortunati, avendo fatto i calcoli su dove ricollocarsi altrove. Inutile pensare di essere in grado di essere garanti di quella Costituzione (la nostra) che richiede imparzialità e buon andamento. Si può “fingere” di essere imparziali, con le opposizioni, mai nei confronti di chi è a maggioranza.

La politica ha il suo primato e la sua onnipotenza. Che passa se è il caso dai burocrati di serie A.
Non bisogna allora guardare al Segretario Comunale come all’esponente di una burocrazia indifferenziata. Recita le parti del Sindaco. E’ la punta dell’iceberg della burocrazia di serie A. Anche quando non sembra. Soprattutto quando sembra remargli contro.

Per cui io non mi unisco al partito delle elezioni. L’incontro di martedì con gli attuali gestori del Bione porterà a un’altra proroga. “Svantaggiosa” per il Comune, che si è messo in una posizione out.

E qui sta il problema. Questi gestori (o la loro dirigenza) non vogliono andarsene e però non vogliono avere a carico oneri che secondo loro sono impropri. Non solo non vogliono andarsene, ma non possono. Perché sul lastrico poi, con la chiusura del Bione ci rimarrebbero i lavoratori di quel Centro.

Insomma mentre tutti parlano male di questa gestione, tutti i responsabili, si affannano a simpatizzare per Lor signori. Anche dalla Regione. Soprattutto dalla Regione. Nonostante finte prese di distanza. Chi sarà il Sindaco dopo Brivio? Chi rimarrà in Regione?

Centro Sportivo Bione ingressoE allora si apre un problema. E parlo in generale. La gara di appalto, per opere che implicano una gestione e una continuità di erogazione dei servizi non può funzionare. Perché prefigura la possibilità e il sospetto (a volte ingiusto) di fatto di una continuità monopolistica del gestore, che va al di là di ogni possibile scadenza. Il rinnovo ha già un suo vincitore. Soprattutto se si lasciano colpevolmente passare i termini della sua scadenza con proroghe. Ché altrimenti con le stesse maestranze, se l’appalto è fatto in tempo, potrebbe subentrare un altro appaltatore.

Come nel nostro particolare caso non vale la teoria che nel caso della privatizzazione di un servizio locale non conta chi gestisce ma chi controlla. Si vede ad occhio nudo, che anche per insipienza politica, o per eccesso di azzardo politico, che il Comune non controlla nulla. E’ rimesso ai poteri della controparte, in nome della fondamentalità (sacrosanta) del servizio per i cittadini, e delle esigenze di lavoro delle maestranze.

Sì, caro Sindaco, i servizi locali, devono essere internalizzati; non richiederebbero appalti, ma nemmeno “coprogettazioni”, richiedono aziende speciali, che ti permettono di gestire in proprio, con continuità e con persone scelte sulla base di concorso pubblico e non privatisticamente. Aziende speciali, nei casi eccezionali, specie se il servizio è sovra comunale; e permetterebbero la partecipazione dei cittadini. E in questo caso degli sportivi utenti e non e delle associazioni sportive. Questa potrebbe (dovrebbe) essere la svolta.

Ma intanto incombe un’altra proroga. Che ci sarà. Per finalmente dare seguito al bando di Gara. Con tutte le ambiguità e le contraddizioni che comporterà, chiunque sia il possibile vincitore. Come sempre il Pubblico sarà in mano ai privati. Bassanini permettendo anzi incentivando.

Per ora mi basta dimostrare un gesto di solidarietà a tutte le burocrazie di serie B, (quelle nominate per concorso) che nel Comune di Lecco se la passano male, anche perché, per dirla con il Sindaco, hanno come interlocutori persone che pensano che il pubblico impiego possa essere equiparato a quello di operatori di una azienda (privata). Chi non obbedisce deve soccombere.

Ultimo inciso, per ora. Si è aperta la battaglia per le prossime elezioni comunali. E se le cose dovessero andare male, la colpa sarà della burocrazia tutta e il Sindaco che ha già annunciato le dimissioni, sarà pronto per il Senato o per la Camera. Renzi promuovendo. Altro che Regionali venture.
Il Re è nudo. E non è un Belvedere.

Sandro Magni