‘SULLE STRADE DI LECCO’,
RUBRICA DI TOPONOMASTICA:
VIA ANTONIO GHISLANZONI

via-antonio-ghislanzoni-cartinaNome della via: Via Antonio Ghislanzoni.

Rione e posizione della via: Pescarenico, strada che collega viale Dante Alighieri a via Gaetano Previati.

LECCO – Come più volte ribadito, nell’Ottocento Lecco fu una città vivacissima per quanto riguarda il panorama intellettuale, da Manzoni agli scapigliati. Uno di questi grandi autori, a cui è dedicato questo 30esimo episodio della nostra rubrica ‘Sulle strade di Lecco’, è Antonio Ghislanzoni.

Nato a Lecco il 25 novembre del 1824, fu mandato in seminario giovanissimo, ma non vi restò molto poiché, ancora diciassettenne, si fece espellere per comportamenti inappropriati: l’anticlericalismo sarà una delle grandi costanti della sua ideologia intellettuale.

antonio-ghislanzoniFiniti gli studi superiori al liceo di Pavia si iscrisse a medicina finché non scoprì la musica ed in particolare il canto lirico. Dopo pochi mesi venne scritturato dal teatro di Lodi. Anche questa però si rivelò ben presto non essere la sua strada finché, un giorno, non decise di scrivere: finalmente aveva trovato la vera passione della sua vita e iniziò una luminosa carriera letteraria.

Simpatizzante fin da subito delle idee mazziniane, a seguito della sua collaborazione con i giornali di forte impronta repubblicana venne mandato in esilio in Svizzera. Rientrò in Italia solo dopo la seconda guerra di indipendenza, nel 1859, e successivamente si legò al gruppo degli scapigliati milanesi.

Giornali, pubblicazioni, raccolte di poesie e racconti sono tutte parti della prolifera carriera di Antonio Ghislanzoni e tra tutto questo spicca la redazione del libretto originale dell’Aida, l’opera lirica di Giuseppe Verdi che debuttò al Cairo nel 1871, e il Libro Proibito, la sua immensa raccolta di poesie ed epigrammi.

Visse tutti gli anni settanta dell’Ottocento a Maggianico e qui collaborò tantissimo con personaggi del calibro di Ponchielli e di Gomes curando i libretti delle loro grandi opere. Ritiratosi a Caprino Bergamasco nel 1880, qui morirà nel 1893.

Fu senza ombra di dubbio una delle figure che hanno fatto grande il panorama intellettuale lecchese e la sua passione per la musica, oltre che per la scrittura, lo fanno senz’altro rientrare nel gruppo di quegli intellettuali poliedrici di cui è da sempre ricco il nostro paese.

A.G.