CROLLO DEL PONTE DI ANNONE,
I LAVORATORI DELLA PROVINCIA:
“STESSI COMPITI CON MENO SOLDI”

VILLA LOCATELLI provinciaLECCO –  “Dobbiamo garantire le stesse competenze ma con meno fondi a disposizione”. I lavoratori della Provincia di Lecco spiegano le proprie ragioni sulla vicenda del crollo del ponte di Annone Brianza, con una lettera aperta.

Ecco la nota completa.

“La Rappresentanza sindacale unitaria della Provincia di Lecco esprime il cordoglio ai familiari del Sig. Claudio Bertini, incolpevole vittima del crollo del ponte di Annone Brianza.

Mentre attende l’esito delle indagini avviate dall’Autorità giudiziaria volte ad accertare le eventuali responsabilità su quanto accaduto, la Rappresentanza sindacale ritiene doveroso esprimere anche la solidarietà nei confronti dei lavoratori coinvolti in questa tragica vicenda, che insieme agli altri lavoratori e lavoratrici della Provincia di Lecco sono chiamati a garantire i diversi servizi ai cittadini, pur in grave carenza di mezzi finanziari adeguati.

Sulla vicenda specifica del crollo del ponte saranno chiarite le competenze degli enti e saranno accertate le eventuali responsabilità dei singoli, così come saranno eventualmente aggiornate le procedure operative qualora fossero inadeguate. Tuttavia questo ed altri eventi, per fortuna non tragici, come ad esempio quelli riguardanti le scuole bisognose di interventi manutentivi e le stesse strade provinciali, ci obbligano ad interrogarci su quanto accade intorno a noi e all’interno dei nostri enti.

In merito alla vicenda delle province registriamo, da parte di esponenti politici e del mondo dell’informazione, un balletto disarmante ora che le vuole abolite, ora che le vuole vive e sprecone, a seconda della convenienza del momento.  Questo, più o meno, è il gioco che va avanti da qualche anno e che dal 2014 trova sponda nell’ambigua codificazione della legge n. 56/2014, nota come “legge Delrio”, attuale ministro delle Infrastrutture.

Ma, in soldoni, cosa dice la legge?

Dice che bisogna ridefinire le competenze e assegna risorse sulla base delle nuove funzioni. Alle Province, però, sono rimaste più o meno le competenze che avevano prima, ma con molte meno risorse: in Lombardia sono state sottratte solo le funzioni concernenti agricoltura, caccia e pesca, rientrate in Regione. Negli ultimi anni le Province sono state sottoposte a prelievi finanziari insostenibili per qualunque ente o impresa. Si è proceduto, infatti, al prelievo di 1 miliardo di euro nel 2015, di 2 miliardi nel 2016 e di 3 miliardi nel 2017. La sola Provincia di Lecco nel 2016 deve restituire allo Stato 19,1 milioni di euro, cioè deve sottrarre queste risorse ai servizi da erogare.

Un dato su tutti: la Province finora non sono state messe in condizione di approvare il bilancio di previsione 2016. Quello della nostra è andato in approvazione ieri, 9 novembre 2016, cioè a fine anno sono state approvate le previsioni di spesa di ciò che si è fatto durante l’anno!

In una simile situazione come è possibile, per le Province, assicurare i servizi ai cittadini, alle imprese e ai comuni se le vengono sottratte risorse ingenti dai loro bilanci?

Non si nega che possano esserci spazi per migliorare l’efficienza degli enti, come in ogni ambito, ma non è pensabile che amministratori e lavoratori delle Province non facciano il loro dovere e non sentano su di sé la responsabilità del ruolo e delle funzioni che sono chiamati a svolgere. Spesso le lavoratrici e i lavoratori pubblici sono sottoposti al dileggio e costretti a subire la retorica sui fannulloni. Spesso si qualificano come riforme che dovrebbero migliorare l’efficienza del sistema pubblico, la chiusura di enti e la perdita di competenze sul territorio, che porta alla riduzione dei servizi ai cittadini. Non vorremmo, perciò, che nel giudizio sulle responsabilità i cittadini guardassero solo a quelle materiali, trascurando di considerare gli effetti generali delle politiche  restrittive che da tempo subiscono gli enti locali”.

Rsu della Provincia di Lecco