MALGRATE – Prendi un personaggio atipico della politica e della società lecchese quale Paolo Trezzi – polemista, contestatore, certamente collocato a sinistra ma un po’ deluso e ultimamente a detta di qualcuno un filo “sbiadito” rispetto al suo ardore di un tempo; associalo ad un ex politico e già esponente della destra, poi centrodestra, ma altrettanto sicuramente col cuore più da ex AN che vicino alle idee del Trezzi di cui sopra: Fabio Dadati.
Mettili uno accanto all’altro, scuoti bene gli ingredienti e anziché una zuffa veterosessantottina (troppo giovani, anche se entrambi sui 50) ecco uscirne un quasi flirt – cerebrale, eh – all’ombra degli alberi che circondano la bella struttura ricettiva gestita dall’ex assessore.
E certo il cocktail che potremmo battezzare “Opposti estremismi” riesce bene anche grazie al contesto, che è quello della famosa Casa sull’Albero, della quale Trezzi parla così sul proprio blog: “Ho scoperto una splendida struttura ricettiva, un fiore all’occhiello del territorio che sa di lago e di eleganza; quell’eleganza di classe, non ostentata. Funzionale, sobria e di gusto….“. E via magnificando.
Noi che Paolo lo conosciamo, tendiamo ad escludere che si tratti di una marchettona a favore della Casa. Lui stesso, Trezzi, ha ristrutturato recentemente con la moglie un’abitazione a dir poco magnifica, in piena Lecco, e dunque non ha proprio bisogno di un tetto elegante e raffinato sotto il quale collocarsi.
All’osservatore più che cinquantenne resta una sensazione strana. Un po’ come i denti, iniziano a partirti via le certezze, una dietro l’altra. Noi che veniamo dai tormentati anni Settanta, non riusciamo se non con fatica a collocare una strana coppia così fuori dal concetto di antitesi, anzi di scontro. Potevano darsele per politica, allora. Adesso s’incontrano davanti e dentro un resort ‘fighetto‘ (anzi: di più) e condividono tanto, insieme.
Se per l’innamoramento (amministrativo-culturale, eh) di Trezzi per l’assessora Piazza ci si era stupiti ma fino a un certo punto, questo con l’ex “fascio” Dadati fa più scalpore. Ma anche no. Le ideologie e soprattutto le contrapposizioni di allora sono morte. E anch’io non mi sento molto bene, per citare il sommo Woody.
La melassa fa male al diabete, forse urge un controllino. Che sopra i 50 non si sa mai.
“… Ed io, mentre torno alla macchina e esco da quel profumo di lago ed eleganza, per tornare in quel parcheggio che non è nessun posto, penso forte e convinto che più che La Casa sull’Albero, questo il nome di quel gioiello dietro quel cancello di ferro e legno, ho scoperto soprattutto il suo pittore, il suo direttore d’orchestra, il suo sarto.
Fabio Dadati.
Ho scoperto che è una bella persona. Da quando si è tolto l’abito illudente e illusorio – credo anche per lui – della politica e ha deciso, mi è parso di intuire definitivamente, di cucirsi, da solo, il suo abito su misura. Tutt’altro abito.
Molto, molto bello, davvero.”…
Paolo Trezzi, da ‘Essere vento‘
–