LECCO/”RIPARTIRE DAL LAVORO”
CONFERENZA ALL’ARCI FERRIERA

2 giugno ferrieraLECCO – “I recentissimi dati Istat ci segnalano 2,2 milioni di famiglie senza redditi da lavoro, una spesa sociale così insufficiente che peggio di noi fa solo la Grecia, una crescente disuguaglianza nella distribuzione del reddito, 2,3 i giovani tra i 15-29 anni non occupati e non in formazione di cui tre su quattro vorrebbero lavorare, le aziende continuano a chiudere e a licenziare”.

Con questa premessa Sinistra Lavoro organizza al circolo Arci La Ferriera un’iniziativa presieduta da Giancarlo Bandinelli, a cui parteciperanno Roberto Romano, ricercatore economico della CGIL e del Forum economisti della CGIL – Bruno Casati ex assessore al lavoro della Provincia di Milano nonché attuale Presidente del Centro Concetto Marchesi – Claudio Grassi di Sinistra Lavoro e componente dell’esecutivo nazionale di Sinistra Italiana –, Alfredo D’Attorre ex parlamentare del PD, oggi aderente a Sinistra Italiana e componente della Commissione Affari Costituzionali della Camera.

“Altro che ripresa e jobs act. Per non parlare poi dei lavoratori a vaucher fuori da ogni circuito dei diritti, della contrattualistica nazionale in rapporto soggettivo diretto di dipendenza dal padrone. Si andava in Cina perché là il lavoro costava poco, oggi i cinesi comprano le imprese da noi e noi siamo i cinesi. Anche il territorio lecchese vive queste condizioni rilevate dall’Istat. Anche a Lecco, checché se ne dica, non si è usciti per niente dalla crisi. Le Trafilerie Brambilla chiuse per fallimento con 73 lavoratori a casa; la Onyx di Calolzio in crisi con 100 maestranze senza lavoro; la Leuci, storica fabbrica dove da anni oltre 100 lavoratori sono in lotta per la difesa del posto di lavoro: il Tubettificio Europeo che occupa 120 lavoratori con una pesantissima crisi aperta; la Filca con 57 esuberi; la Konig con 106 operai, anche se alcuni giorni fa l’azienda ha fatto passi indietro rispetto alla delocalizzazione; la Gilardoni in attesa di pronunciamento del tribunale di Milano con 130 dipendenti in ansia per il loro futuro e si potrebbe continuare ancora l’elenco”.