TUTTI DA PARENTI GLI SFOLLATI
DI LEVATA, DIECI IN ALBERGO

MONTE MARENZO – Passeranno la prima notte da parenti e amici dopo la frana di questa mattina oltre cento abitanti della frazione Levata, interessata stamane dallo smottamento che ha causato danni a case, distrutta un’auto e bloccata la circolazione ferroviaria sulla tratta Lecco-Bergamo. Una decina di persone, appartenenti a tre famiglie, sono state provvisoriamente alloggiate in un albergo della zona, a spese del Comune.

Non è stata dunque utilizzata la palestra pubblica messa a disposizione sempre dall’amministrazione di Monte Marenzo. Intanto nelle prossime ore (tempo permettendo) dovrebbero iniziare i lavori di messa in sicurezza dell’area di cui si dovrebbero occupare le ferrovie; ma in queste condizioni, non è prevedibile almeno per ora quando i circa 120 sfolalti potranno fare ritorno alle loro abitazioni.

ordinanza massi LevataDal sopralluogo dei geologi, avvenuto nel pomeriggio di oggi, è stato appurato che a scendere dalla parte bassa del versante è stato un unico masso poi frantumatosi in tre parti durante la caduta come testimoniano due buche (una da un metro l’altra di due) ritrovate lungo quello che è stato il percorso del sasso.  Domattina se le condizioni atmosferiche lo permetteranno un ulteriore sopralluogo in elicottero toglierà ai tecnici gli ultimi dubbi sul da farsi.

La messa in sicurezza della zona è tutt’altro che facile perché si tratta di disgaggiare la parte più alta del versante circa a cento metri sopra le case.

L’emergenza poteva essere anche più grave, ma una parte degli appartamenti dei due condomini e di una terza casa sgomberati sono in realtà disabitati.

Storicamente questa è una zona di primo approdo per nuovi residenti; negli anni Settanta, quando gli edifici furono costruiti, vennero ad abitare gli italiani provenienti dal sud, via via sostituiti dalle nuove immigrazioni.

Oggi, di fronte alla piccola calamità la popolazione di Monte Marenzo ha tirato fuori il meglio di sé fuori il meglio di sé. Alla chiamata dell’amministrazione hanno tutti compattamente risposto positivamente. Se fosse stato necessario erano pronte ad entrare in funzione sia la mensa scolastica che quella dell’oratorio, con volontari a disposizione, come pure alcuni esercizi locali. Per fortuna vista la diaspora verso parenti ed amici delle 120 persone, queste misure non sono state necessarie.