L’IMPERO VIRTUALE/SABATO
ALLA FERRIERA RENATO CURCIO
SU COLONIZZAZIONE E CONTROLLO

curcio07 maggio lecco  ferriera defLECCO – Alcune aziende che quindici anni fa non esistevano come Google e Facebook, oggi costituiscono la nuova e potente oligarchia planetaria del capitalismo digitale. Internet ne rappresenta l’intelaiatura, e i suoi utenti, vale a dire circa tre miliardi di persone, la forza lavoro utilizzata.

E ancora, l’approccio dei bersaglieri dell’Esercito Regio Piemontese del 1860 in Calabria e nel sud e quello dei nuovi imprenditori della Silicon Valley non sono dissimili nelle loro premesse. E si chiama: colonizzazione.

Si parlerà anche di questo sabato 7 maggio alle 10 al Circolo Ferriera Lecco con Renato Curcio che verrà a presentare il suo nuovo libro: “L’impero virtuale. Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale” (ed.Sensibili alle Foglie).

Una mattina che proverà a spazzare le nubi e a dare strumenti di conoscenza dei dispositivi di controllo sociale e delle strade imposte dai nuovi strumenti del nostro tempo. È infatti importante il sottotitolo: “Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale”. Sta dentro qui la proposta di ragionamento offerta a chi vorrà partecipare, interagire, raccogliere le sfide con Renato Curcio. È infatti sulle tecniche e sulle modalità di colonizzazione dell’immaginario, indubbiamente la materia prima più preziosa che esista sul pianeta, che si porrà l’attenzione. Perché se perdiamo la capacità di immaginare in modo autonomo prospettive che ci facciano bene, è certo che può esserci chi è interessato a immaginare per noi delle prospettive che, al contrario, tanto bene non ci fanno.

L’Impero virtuale, nonostante il titolo, non è tanto un lavoro su internet; internet è solo lo sfondo, è un territorio che oggi fa parte dello spazio in cui viviamo e quindi in qualche modo, parlando di questo libro, lo attraverseremo. Non è neanche un sermone contro le tecnologie, che esistono fin da quando un uomo ha preso in mano una clava, ossia uno strumento, e che quindi accompagnano l’intera storia dell’umanità. Non si tratta dunque di essere né pro né contro, ma di mantenere vivo un pensiero critico – che in quest’epoca fa un po’ difetto – anche sugli strumenti, soprattutto quelli che non sono né secondari né trascurabili per il fatto che investono la nostra vita, sia lavorativa che relazionale. Da intendersi la nostra vita di specie, cioè una vita che è trasversale e ci mette sullo stesso piano di un cittadino cinese, spagnolo, del Sudafrica ecc.