PASQUA A LECCO SENZA MUSEI
MA CHIUSI PURE I PARCHETTI

TREZZI PAOLO 2LECCO – Caro Direttore,  C’è qualcosa che non torna nella programmazione della città per i cittadini ancor più di quella per i turistiE il “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi” non ha fatto pensare che forse più che tra le quattro mura ci sarebbe stato un giro fuori porta, una camminata in centro, un tempo all’aperto per i bimbi.

I musei statali a Pasqua sono stati aperti, quelli comunali, ahinoi, nemmeno uno.
E se è comprensibile che la Pasqua vale anche per gli operatori culturali, il Museo non è però un supermercato, è cibo per la mente.

Chissà se era fattibile tenerli aperti con l’aiuto dei volontariper orari più ridotti ma quel tempo che permetteva di coniugare un servizio per cittadini e turisti e il tempo di riposo per i lavoratori.

Forse c’è già, ma altrimenti non sarebbe male creare un gruppo di corresponsabilità civica e culturale e, ampliare, ancor di più, gli orari, i tempi di accesso, le iniziative negli spazi pubblici della città, senza sottrarre diritti ai lavoratori.

Volontari per la cultura che tengono aperta la reception, il guardaroba, gli studenti liceali e universitari, e le guide lecchesi, artisti locali, che illustrano le opere, che generano iniziative da loro stessi pensate e promosse in questo spazio e in questo tempo che permette un ampliamento del servizio, un dono in più per la città, a costo nullo o contenuto. 

bomba lecco 3 parcoMa se è, più che parzialmente, comprensibile una mancata apertura odierna dei Musei perché non si poteva garantirne presenza e controllo continuativo per una fascia di tempo di diverse ore è totalmente incomprensibile e ingiustificabile che i parchi cittadini, che necessitano solo un passaggio per l’apertura e uno per la chiusura, senza nessun bisogno di controllo, siano restati chiusi come un uovo di legno, senza sorpresa e senza gusto.

E’ il solito problema delle piccole cose, piccoli accorgimenti che non creano visibilità, presunta, per un Assessore sempre sui giornali, son quasi certo che, a saperlo prima, si sarebbero trovati 1000 volontari per andare ad aprire e chiudere Villa Gomes, il Parco Belvedere, quello di Belledo, quello di Villa Eremo…ect ect.

Fors’anche negli stessi consiglieri comunali, nei cittadini disposti e aperti a quel Patto di corresponsabilità che si scontra, ogni volta, coll’evidenza che se però non ci pensa il cittadino, al Comune non viene in mente.

Forse è il caso di proporre al Comune ed ai consiglieri di pensare se è necessario un gruppo di Amici per la Città, non in alternativa alle cooperative che fanno un servizio, ma ad integrazione di questo.
Ci si potrebbe provare, almeno a pensarci a un registro, una lista, una squadra, un elenco di quali servizi integrativi possono essere condivisi da volontari, dagli amici per la Città e un elenco di chi ci sta?

Paolo Trezzi