SPAGNA, TRAGEDIA IN ERASMUS.
LA RIFLESSIONE: “SU QUEL BUS
POTEVAMO ESSERCI TUTTI NOI”

bus incidente spagna erasmusLECCO – Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di uno studente lecchese in Erasmus in merito al tragico incidente che ieri è costato la vita a otto studentesse italiane in Spagna.

Sinceramente mi risulta impossibile restare indifferente verso ciò che è successo ieri mattina in Spagna, lungo un tratto di autostrada che ho percorso anche io quest’estate, praticamente allo stesso orario. La verità è che è assolutamente normale mostrare una maggiore empatia verso persone a noi più simili, o per luoghi che conosciamo (con buona pace delle assurdità lette ovunque negli ultimi mesi post attentati di Parigi, ma questo è un altro discorso che non mi va di aprire ora). 

Ho pensato a quei ragazzi e a quelle ragazze e mi sono dovuto identificare in loro. Perché pullman del genere li ho presi un sacco di volte in questi mesi, perché anche io, noi, abbiamo salutato famiglia e amici prima di partire. Perché tutti noi che stiamo vivendo questa esperienza siamo felici e soprattutto spensierati, io in primis, forse per la prima volta in quasi ventiquattro anni di vita. Penso al dolore che possano provare i familiari che salutano un figlio o una figlia all’imbarco di un aereo e sono costretti a rivederlo, senza vita, qualche tempo dopo. 

Il tempo lava tutto e da domani si tornerà a vivere il nostro Erasmus come sempre. Ma questa spensieratezza di cui vi ho parlato prima, almeno per oggi, faccio fatica a trovarla.

“L’ansia volgare del giorno dopo, la fine triste della partita
il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa che chiami vita”.
(F. Guccini)

Giacomo Van Westerhout

Foto: La Repubblica