LA LETTERA/SANDRO MAGNI
E LA ‘DOPPIEZZA’ DI BRIVIO:
“QUAL È IL SUO VERO VOLTO?”

magni sandroLECCO – Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera di Alessandro Magni (Sel), nella quale l’ex consigliere comunale di Lecco si interroga sulla figura e l’operato di Virginio Brivio.

Ha un bel dire la sinistra di Cambia Lecco che Brivio dovrà rispondere in Consiglio Comunale sulla sua testimonianza vera o falsa che sia.

Un bel dire, perché preliminare, in questi Consigli Comunali, molto svuotati di ruolo e con procedure regolamentari che necessariamente avvantaggiano chi è al Governo, o le maggioranze pompate dal maggioritario, è sapere chi è l’interlocutore. In un tempo che sembra generativo di un tipo strano, in trasformazione (trasformismo)  perenne, l’anguillismo. Sempre sfuggente.

Preliminare è sapere se Brivio è la sua faccia o la sua maschera. Due episodi per capire questo preliminare.

Il primo episodio è quella di un giovane Brivio (l’attuale Sindaco) che avevo invitato in una mia classe di studenti  a parlare di obiezione di coscienza. Essendo lui stato obiettore di coscienza. È lo stesso Brivio, con qualche decennio e una consuetudine al potere in più, che ha votato perché i “suoi” poliziotti locali (non si dica i “vigili” se no vi tagliano la lingua per ammaestrarvi o semplicemente minacciarvi) portassero delle pistole, si travestissero, uomini o donne che fossero, in pistoleri, in machi. Alla faccia della obiezione alle armi. E alla non violenza come metodo per risolvere i conflitti.

Ma c’è  un effetto di straniamento e una domanda: quale è il Brivio vero? C’è mai stato un Brivio vero? Ecco la domanda successiva. Suggerita anche da una “strillata” sui giornali: non darò le dimissioni.

Secondo episodio e uno stesso disorientamento. Ricordo benissimo e ne ho vivida la memoria, quello che accadde in una riunione di maggioranza, dopo l’arresto di Palermo. Con un Brivio che “simulava”, “recitava”?, la parte dell’affranto dimissionario, da Sindaco e dalla politica (potere). Fatto salvo l’abbandonare la riunione di maggioranza e riproporsi la sera stessa, sui media locali, con una posizione esattamente opposta. Alla faccia delle decisioni della maggioranza. Del tutto pletorica e inutile. Ma ormai, tranne me, che rimasi sulle posizioni di richiedente le dimissioni, tutti, nella maggioranza di allora, erano coinvolti a suo sostegno. Era un cambiamento di opinione? Oppure una bella messinscena per catturare la “solidarietà” degli altri di maggioranza? Oggi a due tre anni di distanza propendo per la seconda versione.

Mettendo assieme i due episodi abbiamo un sindaco ingenuo (come si disse in un primo tempo ad attenuante, in realtà una aggravante: non si può essere “ciula”, ingenui, detto con le buone maniere, se si è al servizio dei cittadini) o uno che sistematicamente non dice la verità?. E non si assume le responsabilità che ne conseguono?.

Quale è il Brivio vero? Fingo, se lascio aperta la risposta?

 

Alessandro Magni