IMMAGIMONDO E I TANTI FIUME PO
UN’UNICA ENTITÀ SPEZZETTATA
TRA 8 REGIONI E 24 PROVINCE

JACOPO-ZURLOLECCO – Per la seconda serata del ciclo di incontri che Immagimondo ha deciso di dedicare al tema dell’acqua, è intervenuto ieri sera al Politecnico di Lecco Jacopo Zurlo ricercatore del Touring Club Italiano, per parlare di una serie di progetti legati al Po, tutti accomunati dalla stessa idea: quella che il fiume più lungo di Italia cominci ad essere considerato un’unica entità territoriale (e non solo) e cominci ad essere gestito come tale.

“Di Po da molti anni ce se ne sta occupando poco e male – spiega Zurlo – le cose che non funzionano sono diverse, ma dipendono da un’unica ragione: il Po non è percepito come un unico elemento, ma ci sono diverse realtà territoriali e ognuna di esse si occupa del suo pezzettino. Il Po non è considerato come un lungo fiume che passa attraverso molti territori, ma è come se ci fossero tanti pezzetti di Po diversi, che non si riescono ad inserire in una rete”.

Il primo progetto che inquadrò il problema in questa prospettiva risale a sette anni fa, quando il Politecnico di Milano riunì una serie di esperti che nel corso della loro carriera si erano occupati a vario titolo di Po, per fare il punto della situazione. Il quadro che emerse fu proprio quello della frammentarietà: “non c’era – e non c’è – un ente preposto alla gestione e al coordinamento di tutte le attività legate al fiume dall’agricoltura, alla cultura, alla viabilità, al turismo. A quest’ultimo tema in particolare il Touring club è molto sensibile ed è nata l’idea di creare qualcosa che riuscisse a coinvolgere la popolazione e a far rivivere il Po ai cittadini per primi”.

Ma come spesso accade questo sogno è rimasto chiuso nel cassetto per molti anni, fino a quando il ministero della politiche agricole e forestali in occasione di Expo ha disposto dei fondi per creare iniziative che portassero le tematiche di Expo fuori dai confini del capoluogo lombardo. “Il Touring Club ha vinto questo bando – prosegue il giovane ricercatore – e ha ideato un progetto dal nome ‘Io sono il Po’. L’idea di fondo è che il Po non è di nessuno, non esiste affatto come entità nell’immaginario collettivo e così siamo partiti col chiedere alle persone di fotografare il fiume come lo vedevano con i propri occhi e di caricare le foto su Instagram con hashtag ‘io sono il Po’. Dopodiché abbiamo organizzato un percorso in quattro tappe lungo il corso del fiume da svolgersi in circa sei mesi, durante le quali sarebbero stati affrontati temi diversi: le coltivazioni, il cibo, la biodiversità con modalità diverse. A maggio abbiamo inaugurato il percorso sul Delta del Po dove grazie alla collaborazione con le scuole si è potuto affrontare il tema di cosa rappresenti questo fiume nell’immaginario collettivo, personale e per la memoria storica. La seconda tappa ha toccato la città di Parma e il tema dell’alimentazione, a Cremona invece si è parlato navigabilità delle acque non solo per il trasporto delle merci ma anche per uso turistico e ricreativo. Il tour si è concluso due settimane fa a Torino dove si è discusso della messa in sicurezza del territorio. Proprio nel capoluogo piemontese è tuttora allestita una mostra di foto storiche del Po, accanto alle quali scorrono quelle collezionate in questi mesi sul social network”.

pubblico_immagimondoGrazie a questo lavoro sono state raccolte molte informazioni su quello che è lo stato dell’arte a proposito del corso fluviale più lungo d’Italia: il progetto di sette anni fa, questo legato ad Expo, l’esperienza di “Vento”, ovvero il progetto di unire Venezia e Torino con “un’autostrada per biciclette” che scorra lungo l’argine del fiume.

“L’obiettivo del Touring è quello di creare un brand unico per tutte le otto regioni, 24 province e 1800 comuni che sono attraversati dal Po, per valorizzare tutto questo territorio dal punto di vista turistico e soprattutto infrastrutturale, che è l’aspetto più carente. – conclude Jacopo Zurlo – Il prossimo passo è quello, al di fuori di ogni retorica, di scrivere una carta di intenti che sistematizzi tutte le informazioni e le idee raccolte in questi anni, che venga poi sottoscritta sì dai comuni, ma soprattutto dai cittadini, così che si possa radicare un concetto chiaro: stiamo parlando di un solo fiume e di un solo territorio, che rappresenta un’enorme risorsa economica in primis. La possibilità di far fiorire un’economia sana dalle coltivazioni al turismo, senza dover far altro che sfruttare quello che già c’è ed è messo a disposizione dalla natura.

 

Manuela Valsecchi