LA LETTERA/SERVE UNA REGIA
PER LA PROVINCIA

provincia dipendenti esubero manifestazione presidioEgregio Direttore,

Alcuni giornali locali giustamente hanno dato risalto alle preoccupazioni espresse da alcune associazioni di impresa lecchesi, Confcommercio e Confindustria, a proposito del destino non certo prospero che si profila per enti e istituzioni presenti sul territorio, a partire dalla Ragioneria generale dello Stato, per seguire con la Direzione territoriale del lavoro, la Provincia, la Prefettura, l’Ufficio scolastico provinciale, e poi chissà se a seguire si troveranno lungo la strada l’Inail, l’Inps, l’Asl, i Vigili del fuoco.

Da circa due anni i lavoratori della Provincia e la loro rappresentanza sindacale hanno lanciato alle istituzioni locali e alle rappresentanze politiche e sociali appelli rimasti inascoltati, chiedendo di fare sentire la loro voce a difesa dei servizi locali e degli enti che li erogano.

Oggi, per usare una metafora, non si sa se i buoi che il Governo ha fatto uscire dalla stalla possano essere fatti rientrare, ma vale la pena provarci, anche per tentare di evitare di trovarsi nella condizione di colui che nemmeno immaginò di protestare quando andarono a prendere gli zingari, poi gli ebrei, poi gli omosessuali, poi i comunisti. Quando andarono a prendere lui, però, scoprì che nessuno disse niente, perché più nessuno era rimasto che potesse protestare.

Quindi, ben venga la sollecitazione a costituire una cabina di regìa, di cui il sindacato da qualche tempo ha denunciato la mancanza, in grado di orientare diversamente l’esito sul territorio delle riforme che ad oggi appare inadeguato, a partire dalla necessità di fermare la deriva dei servizi e quella occupazionale, che rischia di avviarsi su un percorso già in discesa.

provincia consig 3feb14 (1)Il sistema pubblico lecchese nel periodo 2009-2013 ha registrato una perdita occupazionale del 11%, con una media di 52 posti di lavoro all’anno in meno.

I lavoratori attendono che il riordino istituzionale non sia rispondente a sole esigenze di cassa, ma porti ad una riorganizzazione dell’amministrazione pubblica che non li penalizzi insieme ai cittadini, sottraendo loro possibilità occupazionale, salario e servizi.

È di tutta evidenza che a livello locale spetti alla Provincia di Lecco e al Comune capoluogo l’onere principale di assumere iniziative di coordinamento e di indirizzo a difesa del sistema dei servizi pubblici, provando ad individuare vie d’uscita che tentino di andare oltre il perimetro di compatibilità determinato, iniziando con il coordinare gli enti locali a difesa dell’ente provinciale, sia nei confronti del Governo nazionale, sia di quello regionale. L’auspicata autonomia del territorio riferita alla permanenza dei servizi passa inevitabilmente dalla difesa della Provincia. Sottovalutare la centralità di questo ente, senza tentare di fermare la sua marginalizzazione, per il sistema dei servizi pubblici sarebbe un errore gravido di pesanti conseguenze, potendosi trovare di fronte al rapido precipitare delle cose. Per dirla con Seneca, l’incremento è graduale, la rovina sarebbe precipitosa.

Senza la Provincia e la sua capacità di esprimere e incanalare protagonismo e aspettative del territorio, quest’ultimo rischia enormemente di subire il ridimensionamento anche degli altri servizi e di avviarsi verso una condizione di marginalità che può sfociare, anche in un tempo breve, nella condizione di desertificazione dei servizi. Per evitare questo rischio vale la pena di provarci.

Francesco Mazzeo – Membro della Rappresentanza sindacale unitaria della Provincia di Lecco