RIORGANIZZAZIONE IN COMUNE,
I DIPENDENTI SCRIVONO A BRIVIO

tanzi-cerri-paleari-falanga-bonacinaLECCO – Domani mattina una delegazione di lavoratori sarà in prefettura per cercare di ritrovare il dialogo con l’amministrazione. Intanto però la Rsu di Palazzo Bovara risponde al sindaco Virginio Brivio sulla questione della riorganizzazione e dei premi.

Ecco la lettera completa.

Buongiorno Sig Sindaco, le rispondo per precisare quelle che lei ha chiamato inesattezze:

Non mi risulta davvero situazione in cui i rappresentanti sindacali si siano sottratti al confronto o a più d’ una richieste di incontro, invero da oltre un anno e mezzo stiamo cercando un piano di confronto con l’amministrazione: ogni nostra singola osservazione, domanda, proposta è stata interpretata come opposizione, contrasto, disturbo; il più delle volte semplicemente inascoltata; nessuno spazio per un dialogo aperto, per la mediazione, per una vera ricerca di soluzioni. Mi riferisco alle nostre osservazioni sulla riorganizzazione, alle richieste di un maggiore coinvolgimento dei lavoratori, alle richieste di rimettere a tema la questione del benessere organizzativo, alle nostre proposte circa l’utilizzo del fondo, alla proposta di regolamento sulla mobilità interna e potrei continuare.

Ma veniamo alla questione: dal 2010 al 2016 sono state riconosciute indennità individuali per oltre 1.500.000,00 a circa 30 dipendenti, quasi sempre gli stessi; agli altri 290, 0 euro.

I dipendenti e i loro rappresentanti hanno più volte chiesto di destinare diversamente e in modo più equo le risorse del fondo. Purtroppo l’amministrazione, ha deciso se, come e quanto distribuire le risorse privando il fondo del salario accessorio di somme che davvero dovevano essere destinate alla produttività collettiva (non certo a pioggia ) e ha azzerato la possibilità di un vero confronto sulla contrattazione decentrata.

I risparmi realizzati sul fondo 2015 avrebbero potuto, come avevamo chiesto, dare quest’anno, dopo anni di niente, un segno tangibile a tutti; ma la distribuzione “ a pioggia “ non si può fare” dunque avete scelto di attribuire il premio ad un terzo dei dipendenti, per arrivare in tre anni, a dare a tutti i dipendenti . la possibilità di accedere al bonus in base ai futuri progetti.
Quindi avete scelto la meritocrazia?

Se capisco bene allora, tutti i dipendenti sono già da ora riconoscibili meritevoli perché saranno tutti premiati nei 3 anni? O no? O ciò riguarderà solo chi avrà la “ fortuna” (che si sa è cieca) di essere “Scelto a partecipare ad un progetto”? O meglio verranno individuati progetti ad hoc calibrati sui servizi o sulle persone che non hanno partecipato quest’anno? Oppure alcuni parteciperanno a più progetti e altri prenderanno meno di una mancetta da 270 euro come già quest’anno? Insomma non è chiarissimo!

Cosa direi dei progetti, che non se non sbaglio, dovrebbero essere strategici e innovativi? Fatico davvero ad riconoscere queste categorie ai progetti individuati per questa operazione premiale: a parte qualche lodevole eccezione (es. spazio giglio citato nelle pieghe di un sottobiettivo) in diversi casi, gli obiettivi individuati sembrerebbero costituire ordinaria attività di servizio (vedi realizzazione di eventi culturali ecc in collaborazione con associazioni locali), in altri, sono stati indicati come progetti interni e valutati come tali, attività svolte prevalentemente da soggetti esterni (vedi Stati generali del welfare) altri ancora non sono nemmeno stati avviati ( vedi centrale degli acquisti e regolamenti vari).

Il processo di individuazione degli obiettivi e di progettazione dovrebbe essere condiviso e partecipato in una comunità professionale o squadra se preferisce il termine, e coinvolgere tutti i livelli dell’organizzazione in ogni sua fase dalla progettazione alla valutazione dei risultati, dovrebbe essere condiviso e conosciuto il sistema di valutazione, comunemente individuati i criteri, evidenti i metodi e le procedure, preventivamente esplicitato il sistema di premialità, trasparenti le decisioni.

Invece quello che è successo, è che sono stati individuati si degli obiettivi in ogni area, all’interno dell’area sono stati individuati per ciascun obiettivo dipendenti che ne avrebbero agita la realizzazione, tra tutti gli obiettivi, scelti quelli ritenuti più rilevanti o ambiziosi, peccato che i dipendenti non solo non sono stati coinvolti ma, non sono stati nemmeno informati, senza saperlo sono investiti di un compito e dell’attesa di un risultato, che poi sarebbe stato valutato ed eventualmente premiato, e lo scoprono in una delibera, su un quotidiano, in un’assemblea!

Inoltre come potrà vedere nella tabella comparativa che allego, nella definizione degli obiettivi di peg le persone individuate come incaricate del raggiungimento di quell’obiettivo non sempre corrispondono alle persone che successivamente hanno raggiunto il risultato atteso ovvero che sono state valutate “meritevoli”, cosa è successo nel frattempo ?

A proposito di valutazione, è bene anche che lei sappia che alcuni dipendenti da anni non hanno una valutazione. Il sistema di valutazione in essere risulta carente sul piano del riconoscimento e della valorizzazione del contributo individuale, si basa su criteri generici e scarsamente correlati ai compiti previsti e valutati (infatti avevamo richiesto di rimettere a tema la questione) ma, se già risulta difficile riconoscere una qualunque oggettività al concetto di merito, mi chiedo come sia possibile riconoscere il merito o il raggiungimento di risultato che dir si voglia, a prescindere da una qualunque valutazione. Se dunque la valutazione non è stata neanche fatta o è stata fatta con discrezionalità, senza metodo, criteri e trasparenza, perché dovremmo riconoscere valida questa attribuzione di merito e soprattutto di de-merito?

Sarebbe sicuramente più rispettoso nei confronti dei lavoratori, da parte sua e dei dirigenti, ammettere che ciò state facendo non ha niente a che fare con il merito, non è il premio per le capacità professionali degli individui e per il loro rendimento, ma è il risultato di un maldestro tentativo di soddisfare un adempimento a cui voi stessi, sostenitori della meritocrazia, non riconoscete reale valore. E così facendo non solo squalificate e svilite il vero merito, umiliate i lavoratori e inficiate il clima organizzativo, ma rischiate di compromettendo l’efficienza della stessa organizzazione e la qualità dei servizi ai cittadini.

Perciò sig Sindaco, sull’origine della confusione e del malessere dei dipendenti credo di poter semplicemente restituire a Lei e ai suoi collaboratori tutte le responsabilità.

E per concludere due parole sulla questione dell’assemblea, della partecipazione e della rappresentanza.

E’ vero il 31 ottobre abbiamo indetto e disdetto un’assemblea senza rispettare i tempi i modi informativi dovuti. E’ stato un grave errore e di questo ci siamo scusati con i colleghi. Ma l’ultima assemblea è stata convocata e comunicata per tempo all’amministrazione e ai lavoratori, pertanto se non sbaglio è compito del datore di lavoro favorire le condizioni di partecipazione, garantendo i servizi essenziali, e a questo proposito ritengo sia lei a dover dimostrare come mai non ha ritenuto di rinviare un corso di formazione, non certo identificabile come servizio essenziale, impedendo in effetti ai lavoratori la possibilità di partecipare all’assemblea. Avrebbe anche potuto chiedere lo spostamento dell’assemblea ma ha scelto di non farlo. Certo i lavoratori avrebbero potuto disertare il corso, ma la maggior parte non l’ha fatto si è chiesto perché? Forse non ha alcun interesse per la questione premialità, forse è sfiduciata nei confronti del sindacato e dell’attività sindacale, ma mi permetto di suggerirle un’altra ipotesi: forse in questo Comune non esiste poi tutta questa “libertà” di agire, esporsi, partecipare, dire; c’è un sentimento diffuso di misto di sconforto, di rinuncia e di paura. Direi, senza tema di smentita, che abbiamo raggiunto i massimi storici del malessere organizzativo.

La sua amministrazione potrà vantare anche questo risultato. E per quanto riguarda la questione della rappresentatività vorrei ricordarle che l’elezione dell’attuale rappresentanza sindacale unitaria in questo comune è avvenuta con 219 voti su 320, quindi iscritti e non iscritti hanno riconosciuto legittimamente agli attuali rappresentanti il mandato di negoziare con l’amministrazione. Riteniamo la sua affermazione gravemente lesiva dell’immagine del sindacato.e tesa e delegittimarne il ruolo e nel complesso le azioni portate avanti dalla sua attuale amministrazione in materia di gestione delle risorse umane incoerente, approssimativa e discutibile.

Sottoporremo pertanto all’esame di un’autorità terza questi elementi affinché venga verificato se siano stati rispettati i crismi dell’equità, della correttezza e della trasparenza.

Cordialmente saluto a nome dei dipendenti che rappresento, dell’Rsu e delle OOSS

Doriana Tanzi