QUEI DUBBI SULL’AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE IDRICA. UN CASO PER LA CORTE DEI CONTI?

LECCO – Questa storia sembra quella del famoso detto sull’araba fenice, quella del che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. Perché in effetti, di una autentica “bomba” in arrivo sul già agitato mondo dell’acqua pubblica lecchese si sta parlando in vari ambienti – non solo politici – da giorni ma non c’è un solo protagonista della vicenda che voglia (o possa) sbottonarsi sul caso.

Sembra però acclarato che qualcosa di molto serio sia in preparazione nel variegato e sempre più affollato panorama degli “scontenti”, di coloro i quali non hanno digerito le modalità e soprattutto il merito dell’assegnazione alla neonata Idroservice  della gestione del servizio idrico provinciale. Il nocciolo della questione è nel ‘controllo analogo’ obbligatorio per legge nel caso della gestione dell’acqua. Significa che i soci, tot Comuni di questa provincia, devono poter controllare direttamente l’operato della società incaricata, ma l’attuale Idroservice risulterebbe incastonata dentro un gruppo di società che secondo alcuni allontana la possibilità di verifica senza passare attraverso alcuni muri.

Da giorni circolano voci su un esposto alla magistratura – quella ordinaria oppure la “contabile”, ovvero la Corte dei Conti. Una bomba, dunque, specie se a) il fatto verrà confermato e b) vi saranno conseguenze. Nel mirino ci sarebbe non solo la scelta di affidare ciò che fu di Idrolario alla nuova società rapidissimamente messa in piedi, ma anche tutta una serie di aspetti diciamo così “collaterali”, organizzativi e pure legali; roba che se confermata metterebbe in difficoltà una serie di soggetti, la maggior parte dei quali pubblici. Ma come detto siamo ancora nel campo dei “rumours”.

A domanda precisa, chi viene indicato quale possibile tramite con i magistrati smentisce – non troppo seccamente però: “E’ necessario agire nell’interesse dei cittadini. La questione dell’acqua si gioca su un piano tecnico e in ballo vi sono milioni di euro e poca trasparenza“. E dunque l’idea che un’iniziativa sia in corso prende corpo di ora in ora. E gira sempre più una voce: non tanto una Procura, bensì proprio la Corte dei Conti sarebbe interessata al caso dell’acqua pubblica lecchese.