“NO AL TELERISCALDAMENTO”.
LA PROTESTA CONTRO SILEA:
“VOGLIAMO TUTELARE LA SALUTE”

no al teleriscaldamento confindustriaLECCO –Sono pochi, ma agguerriti (seppur in maniera assolutamente pacifica), i rappresentanti di un collettivo di cittadini comuni che vuole lo spegnimento del forno inceneritore. Nel tardo pomeriggio di lunedì, nella sala convegni di Confindustria, a Lecco, è andata in scena un incontro tra i vertici di Silea, l’associazione di categoria e i sindaci del territorio. Fuori un gruppetto contrario al termovalorizzatore ha manifestato con striscioni e cartelli, distribuendo volantini ai partecipanti. “In primis vogliamo lo studio epidemiologico sull’impianto – spiega Mauro Dell’Oro -. Inoltre non capiamo perché bisogna buttare 80 milioni di euro, che sono soldi pubblici, per il progetto del teleriscaldamento su un forno inceneritore attivo da più di trent’anni. L’impianto ormai è vetusto, è inutile buttare via soldi. Venga spento e si parta sul serio con i rifiuti zero. È anacronistico spendere cifre del genere”.

“Tutti i passi per procedere completamente a fare solamente la raccolta differenziata ci sono – indica Felice Airoldi –. In altre realtà, anche più grandi della nostra, è già il presente, perché non portare avanti il progetto anche qui? È un’alternativa possibile, non un’utopia”. Il gruppo vorrebbe portare avanti “una seria raccolta differenziata, svolta in maniera efficiente, come avviene a Treviso, Bergamo, Monza e altre parti d’Italia, dove c’è una tariffazione puntuale, meno si produce e meno si paga, dentro un’economia circolare per il riciclo dei materiali, contro l’incenerimento dei rifiuti”.

Un tema caldo, soprattutto a Valmadrera, sede dell’impianto e dell’azienda pubblica che sta realizzando il teleriscaldamento, contestato però da diverse realtà e associazioni, le quali pensano che il progetto possa essere una scusa per incrementare i rifiuti da bruciare nell’inceneritore, garantendo così una vita più lunga per la struttura che, invece, è vicina al fine vita. “Negli scorsi anni il comune di Valmadrera è stato più volte maglia nera per concentrazione di polveri sottili e altri agenti inquinanti – prosegue Dell’Oro –. Per questo vogliamo mettere al centro della discussione la nostra salute e quella dei nostri figli. Il rispetto dell’ambiente dovrebbe essere al primo posto e invece sembra che non sia così. Ma alla fine saremo noi, e soprattutto i bambini a rimetterci. Per questi motivi chiediamo gli studi, così sappiamo cosa respiriamo”.