“HA DIFFAMATO LA BRIANZA”:
NAVA FA CAUSA AL REGISTA VIRZI’.
ECCO IL PASSAGGIO ‘INCRIMINATO’

nava vs virziLECCO – Il presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava ha dato incarico ai propri legali di valutare la possibilità di esperire azioni legali contro le dichiarazioni rilasciate dal regista Paolo Virzì sul quotidiano “La Repubblica” del 6 gennaio scorso, a tutela dell’onore e del decoro della propria cittadinanza.

“Dipingere la Brianza come un luogo dove si creano e si distruggono patrimoni; come un luogo gelido, ostile e minaccioso, nonché come un luogo simbolo di degrado e sottomissione di denaro, non solo non rappresenta la realtà, la Brianza è, infatti, terra feconda di lavoro e cultura, ma è altamente diffamante nei confronti e dell’imprenditoria brianzola e di tutti i singoli cittadini”- commenta Daniele Nava.

A tal fine Nava, oltre a voler procedere per le vie giudiziarie, si sta già attivando, su richiesta dei cittadini, per promuovere la nascita del comitato “Pro Brianza” affinché lo stesso comitato possa agire personalmente per la tutela e la difesa dell’immagine e del decoro dei cittadini brianzoli. Nava intende chiedere un risarcimento danni che verrà devoluto alle aziende brianzole.

IL PASSAGGIO DELL’INTERVISTA SU “REPUBBLICA” CHE NON E’ PIACIUTO A NAVA:

Quasi tutti i suoi film sono ambientati in provincia, questa volta lei, livornese, sceglie la Brianza. Perché la pensa più “americana”, più rapace, più spietata?
“L’ho scelta perché è vicina a Milano, dove c’è la Borsa, dove ogni giorno si creano e distruggono patrimoni: poi perché cercavo un’atmosfera che mi mettesse in allarme, un paesaggio che mi sembrasse gelido, ostile e minaccioso. Mi interessavano due scenari, quello dell’hinterland con i grumi di villette pretenziose dove si celano illusioni e delusioni sociali, e quello dei grandi spazi attorno a ville sontuose dai cancelli invalicabili. Ho girato nella campagna di Osnago, nel centro storico di Varese, di Como, città ricchissima che esprime il degrado della cultura con quel suo unico teatro, il Politeama, chiuso e in rovina. E che ha una parte importante nel film, come simbolo di un inarrestabile degrado e sottomissione al denaro. La bella villa con piscina e i sontuosi interni, dove vive la famiglia opulenta di Gifuni, l’ho presa in affitto ad Arese, e l’ho pagata profumatamente: ci ho aggiunto solo il tennis”.