DENUNCIATI, RADIATI, CONFINATI. LECCO NEL CASELLARIO POLITICO FASCISTA (E NON SOLO)

LECCO – Aiutati dal nostro “storico” di fiducia Cesare Canepari, compiamo un viaggio on line in due tappe, alla scoperta dei dissidenti lecchesi controllati della polizia politica e dai servizi segreti fascisti.

Copertine-di-fascicoli-del-CPC

Anarchici, socialisti, sovversivi, vagabondi, repubblicani, antifascisti. Ogni possibile minaccia all’ordine pubblico era catalogata nei fascicoli del Casellario Politico Centrale dello Stato Italiano.

Nato nel 1894 come Ufficio facente capo alla Direzione generale di pubblica sicurezza nell’ambito delle riforme crispine, suo obiettivo era il sistematico aggiornamento dello schedario degli oppositori politici. Venne così a crearsi un nutrito archivio di fascicoli personali assai dettagliati atti a “mantenere alta l’attenzione delle Autorità di Pubblica Sicurezza sui maneggi dei rivoluzionari più pericolosi e di raccogliere presso la D.G. della P.S, per averli sempre a portata di mano, tutti gli elementi relativi alla operosità ogni dì più intensa e varia di essi” (così riportato sulla circolare del 1/6/1896).

CasellarioPoliticoCentrale grafico per leccoInizialmente dedicati a socialisti, anarchici e repubblicani, in poco tempo prefetture e polizia politica portarono all’attenzione anche oziosi, vagabondi, e chiunque altro potesse minacciare alla sicurezza dei cittadini. Più volte riorganizzato nel corso degli anni e dei governi, nel 1926 con il riordino fascista dei codici e con le leggi fascistissime, l’ufficio assunse il nome di Casellario politico centrale. Il numero degli schedati triplicò in pochi anni e comparvero nuove categorie di sovversivi quali “antifascista” o “denunciato al tribunale speciale”.

Con la fine del regime questa anagrafe di pubblica sicurezza perse le sue funzioni; gli aggiornamenti successivi riguardarono le pratiche per i benefici destinati ai perseguitati politici del fascismo. Fu infine definitivamente chiuso alla fine degli anni Sessanta.

Nel 1986 l’Archivio Centrale dello Stato portò a compimento la schedatura analitica dei 152.589 fascicoli totali ospitati nel casellario ed oggi questa banca dati è disponibile alla consultazione online grazie ad un modulo di ricerca veloce ed intuitivo.

Servendoci di questa risorsa abbiamo isolato le voci legate al nostro territorio, quindi analizzato i dati per definire come appare Lecco all’interno delle schede del casellario politico centrale.

Iniziamo dunque ad individuare che genere di persone erano considerate pericolose e quindi iscritte al casellario. A Lecco fanno riferimento 152 fascicoli. 91 schedati sono lecchesi di nascita, molti provengono dalle vicine provincie lombarde e in una ventina risiedono a Lecco pur provenendo da altri luoghi dello stivale. (*)

La classe d’età più coinvolta è il 1899 con 11 coscritti registrati nell’archivio. Allargando lo sguardo i nati negli anni ’80 dell’Ottocento controllati dalla polizia sono 37, 46 i nati negli anni ’90, 40 quelli del primo decennio del XX secolo.

Fino al 1922 i fascicoli aperti sono 33, tutti riferiti ad esponenti di quei movimenti politici di massa fonte di non poche preoccupazioni per la classe dirigente dell’epoca. Di questi infatti ben 19 sono indicati come anarchici, 10 come socialisti e 4 sono dichiarati comunisti. Quattro di essi inaugurano gli archivi del casellario alla sua apertura e i loro profili rientrano perfettamente nella casistica delle minacce all’ordine pubblico di inizio Novecento. Sono Giuseppe Dell’Oro, anarchico lecchese litografo a Milano classe 1850, il più anziano tra tutti i 152 che abbiamo preso in considerazione. Paolo Trenta, socialista milanese tipografo a Lecco; il falegname di Valmadrera Luigi Angelo Anghileri emigrato in Sudamerica; ed infine il ferroviere anarchico nato a Verona Giuseppe Skrzenek.

Per tutto questo primo trentennio le personalità portate all’attenzione della polizia sono di ceto popolare o basso-borghese e i provvedimenti presi nei loro confronti spesso non sono registrati. Le cose mutano rapidamente con l’insediarsi di Mussolini al governo (anch’egli, tra l’altro, inscritto nel casellario).

MARTEDI’ LA SECONDA PARTE DELL’INCHIESTA: GLI ANNI DEL FASCISMO

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(*) il casellario ovviamente si riferisce alle divisioni amministrative dell’epoca. Ai fini della nostra analisi abbiamo attualizzato questi spazi, quindi con Lecco abbiamo compreso gli allora comuni di Rancio, Castello, Acquate, Laorca, e nella stessa ottica il territorio della Provincia di Lecco è stato scisso dall’unità amministrativa con Como.

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Fonte: banca dati online del Casellario Politico Centrale, Archivio Centrale dello Stato http://www.archiviocentraledellostato.beniculturali.it/index.php?it/206/casellario-politico-centrale